Dal 30 novembre all’11 dicembre, a Parigi si terra la ventunesima Conferenza delle parti detta anche Cop21, il summit delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici.
Saranno pres
enti più di 195 paesi al summit di Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre.
La convenzione quadro di riferimento (Unfccc) riconosce l’esistenza di modificazioni del clima innescate dall’uomo, attribuendo ai paesi industrializzati la primaria responsabilità di crontrobbattere il fenomeno.
Tale convenzione era stata stesa a Rio de Jneiro nel 1992 ma da allora nessun risultato è stato ottenuto.
Anzi, si potrebbe dire, che la situazione è completamente fuori controllo. Continui record di temperature infranti, cicloni, inondazioni insomma il pianeta è impazzito.
Tuttavia a farlo impazzire è stato l’uomo che non riesce a trovare accordi globali per contenere la soglia di sicurezza minima sotto i 2 gradi del riscaldamento del pianeta.
Secondo Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, siamo a quota +4 ˚C, ciò significa che stiamo distruggendo i nostri habitat e con essi la biodiversità.
La prima responsabile è la Cina, ma teniamo conto che l’Occidente la utilizza come piattaforma primaria delle importazioni a basso costo. Pur essendo considerata “paese in via di sviluppo”, il contintente giallo è responsabile del 30% circa delle emissioni mondiali di gas serra, percentuale peraltro in continua crescita.
Un bambino che vive in città è come se fumasse 40 sigarette al giorno e non ha modo di fuggire da questa realtà.
La Cina da sola, emette 10,4 miliardi di tonnellate di Co2 all’anno e la sua economia è basata per quasi il 90 per cento sui combustibili fossili ed ha promesso di fermare l’aumento delle emissioni entro il 2030.
Tutto ciò fa sperare che la Cina sia propensa al cambiamento promesso sulla carta. Per la Cina, ma anche per gli altri paesi questa è l’ultima carta per salvare il pianeta.
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