Ha suscitato un misto di tristezza, rabbia e sconcerto il ritrovamento della carcassa dell’orso M62 rinvenuta ieri da un gruppo di escursionisti in una zona tra il lago di Molveno e San Lorenzo Dorsino, nella provincia di Trento.
L’animale era all’inizio di uno stato di decomposizione. L’orso faceva parte della stessa cucciolata di M57, l’esemplare catturato nel 2020 dopo il faccia a faccia con un carabiniere. Per questo motivo M62 rientrava nella black list degli esemplari problematici additati da Maurizio Fugatti, il presidente della Provincia di Trento.
Le associazioni chiedono chiarezza. “Siamo addolorati, scioccati ed molto preoccupati per la morte di M62, uno degli orsi che Maurizio Fugatti aveva condannato a morte nei giorni scorsi” – ha detto Enpa: “Non vorremmo che la campagna di odio e di vendette, una vera caccia alle streghe, scatenata dal presidente della PAT avesse finito per armare la mano dei bracconieri”.
“M62 in passato si era avvicinato alle zone abitate dove era stato attirato dai rifiuti lasciati incustoditi”- precisa l’Enpa. “Se dovessero emergere responsabilità nell’esame necroscopico, Enpa procederà immediatamente per le vie legali”.
Duro anche il commento di Vittoria Brambilla, fondatrice di LEIDAA – “Di certo, se la mano e l’intenzione dell’uomo avessero qualcosa a che fare con questa morte, cioè se fossimo davanti ad un atto di bracconaggio, sapremmo bene come inquadrare l’avvenimento: nel clima di paura e di odio creato e alimentato da Fugatti. Il presidente della Provincia ne porterebbe la responsabilità morale. Quanto agli eventuali esecutori materiali, agiremmo in ogni sede perché non restino impuniti”.
Enpa, Oipa, Leal, hanno inviato al Servizio forestale della Provincia autonoma di Trento ed all’Istituto zooprofilattico delle Venezie un’istanza di accesso agli atti relativi al ritrovamento del plantigrado e hanno anche chiesto di poter assistere all’autopsia dell’animale.
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