Allarme OMM: superato il record di gas serra nell’atmosfera nel 2014

gas serra

Secondo l’Organizzazione Metereologica Mondiale, le concentrazioni di monossido di carbonio e di altri gas serra nell’atmosfera hanno raggiunto un nuovo record nel 2014.

L’OMM ha sollecitato nuove iniziative per contrastare questo fenomeno al summit che si aprirà il 30 novembre a Parigi con un summit dei leader mondiali: la Cop21.

Secondo i meteorologi mondiali, riuniti a Ginevra, tra il 1990 e il 2014 c’è stato un aumento del 36% del «forzante radiativo» a causa di gas serra, si tratta di anidride carbonica (CO2), metano (CH4) e il protossido di azoto (N2O), che sono generati da attività industriali, agricole e domestiche. «Ogni anno segnaliamo un nuovo record – osserva il Segretario generale dell’Omm, Michel Jarraud – ogni anno diciamo che il tempo a disposizione sta per scadere. Dobbiamo agire ora per tagliare le emissioni di gas serra, se vogliamo avere la possibilità di mantenere l’aumento della temperatura a livelli gestibili».

Nel 2014, secondo il bollettino dell’Omm, le concentrazioni atmosferiche di CO2 hanno raggiunto 397,7 parti per milione (ppm).

 Nella primavera dello stesso anno, quando la CO2 è di più, le concentrazioni nell’emisfero settentrionale hanno varcato la soglia di 400 ppm; sempre in primavera, del 2015 però, la concentrazione media globale di CO2 ha superato il livello di 400 ppm.

Il segretario generale dell’OMM ricorda che, anche se «la CO2 non si vede, è una minaccia invisibile, molto reale che si traduce in temperature globali più alte, eventi meteorologici estremi tipo ondate di calore e inondazioni, scioglimento dei ghiacci, innalzamento del livello del mare e aumento dell’acidità degli oceani».

Secondo uno studio americano, inoltre, il livello dei mari continua ad alzarsi e anche se il mondo dovesse essere in grado di limitare il riscaldamento globale a 2 gradi centigradi in più, megalopoli come Shanghai, Mumbai e Hong Kong rischiano di finire parzialmente sott’acqua.

A +2 gradi centigradi, il livello dei mari continuerà ad alzarsi per coprire territori nei quali vivono oggi 280 milioni di persone, spiega lo studio elaborato dall’istituto di ricerca Climate Central. Ancora peggiore la situazione se la temperatura media globale dovesse crescere di 4 gradi centigradi: sarebbero colpite 600 milioni di persone.

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