Il governo del Botswana riapre la caccia agli elefanti per ottenere i voti degli agricoltori

E' una tragedia: la caccia agli elefanti riprenderà in Botswana dopo un divieto di cinque anni.

Il ministero dell’Ambiente e della Conservazione delle risorse naturali e del turismo del Botswana, ha annunciato la decisione mercoledì, affermando che dopo “ampie consultazioni con tutte le parti interessate”, il governo ha revocato il divieto sulla base di un consenso generale. Il massacro è deciso nonostante le pressioni di alcuni difensori della conservazione dell’ambiente che avevano chiesto il fermo alla revoca del divieto di caccia da parte del governo. 

Il paese dell’Africa australe ha affermato che la decisione è giustificata da un aumento della popolazione e dal suo impatto sui mezzi di sussistenza degli agricoltori.

“Il mondo intero si sta allontanando dalla caccia. È sempre più visto come una pratica arcaica. Tutto questo è molto, molto dannoso per l’immagine del Botswana leader globale nella conservazione degli elefanti “, – ha detto la Dott.ssa  Paula Kahumbu, esperta e attivista del Kenya.

Negli ultimi mesi, il Botswana ha subito un’immensa pressione internazionale per preservare il divieto, incluse molteplici petizioni e minacce di boicottaggio del turismo. L’Humane Society International, gruppo per il benessere degli animali con sede a Washington, ha avvertito che “il ripristino della caccia ai trofei e l’avvio degli abbattimenti degli elefanti, potrebbe danneggiare l’economia del paese”.

Richiesto il boicottaggio del turismo

La decisione è stata accolta con sdegno da parte di alcuni membri della comunità internazionale. Celebrità come la conduttrice di talk show Ellen DeGeneres e l’attrice Kristin Davis, hanno chiesto un boicottaggio del turismo in Botswana, a meno che non venga mantenuto il divieto di caccia.

Il Botswana, ha la più grande popolazione di elefanti in Africa, circa un terzo del totale del continente. Alcuni ritengono che la ripresa della caccia sia un tentativo del presidente Mokgweetsi EK Masisi di conquistare gli elettori rurali prima delle elezioni previste per la fine di quest’anno.

Il divieto è stato imposto nel 2014 dal suo predecessore, Ian Khama, un appassionato ambientalista che si è guadagnato elogi da molti gruppi di conservazione occidentali per la sua tenace presa di posizione contro il bracconaggio, compresa una controversa politica di “sparare ai bracconieri”. Anche il signor Khama si oppose con forza alla caccia ai trofei. Ma pochi mesi dopo che Masisi è entrato in carica nel 2018, ha creato un comitato per rivedere il divieto.

Il fratello di Khama, Tshekedi, a dicembre è stato rimosso come ministro dell’ambiente del Botswana dopo che si è scontrato con il nuovo presidente per un dibattito sulla caccia. Una lotta di potere che è venuta alla luce quando l’organizzazione per i diritti degli animali Elephants Without Borders, ha affermato che una frenetica pratica di bracconaggio stava prendendo piede nel nord del paese nel 2018.

Il governo ha  affermato che il Dipartimento della fauna selvatica e dei parchi nazionali non è attrezzato per affrontare le questioni relative al controllo degli animali. Il ministero ha detto che che la reintegrazione della caccia sarà eseguita in “modo ordinato ed etico”, in conformità con le leggi di conservazione del paese.

I sostenitori della caccia di trofei dicono che può generare reddito per le comunità, che a loro volta potrebbero sostenere gli sforzi di conservazione. Il governo non ha fornito dettagli sul numero di elefanti che permetterà ai cacciatori di uccidere e non si sa nemmeno se la caccia sia autorizzata a riprendere immediatamente.

Ogni quindici minuti un elefante viene ucciso

In Africa “un elefante viene ucciso dai bracconieri in media ogni quindici minuti”, – ha detto Don Pinnock, giornalista conservatore e autore di  The Last Elephants. Il Botswana è l’ultimo rifugio per questi elefanti, e improvvisamente quel rifugio inizia a dar loro la caccia.”

E’ una tragedia, – ha aggiunto Pinnock, – che gli elefanti siano diventati “danni collaterali” nella corsa per l’accumulo di voti alle elezioni. Il partito sta perdendo rapidamente voti e vuole aumentare i suoi voti nelle zone rurali permettendo la caccia agli elefanti”.

Ci sono circa 415.000 elefanti africani in natura, secondo il World Wildlife Fund, sparsi in 37 nazioni. La loro popolazione è considerata “vulnerabile”, in calo da tre a cinque milioni nel secolo scorso, in gran parte a causa della caccia non regolamentata.

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