Trump sta censurando tutti gli abusi sugli animali e fa sparire tutti i link dal web

Scandaloso: Scomparsi dalla rete migliaia di documenti pubblici sui casi di maltrattamenti: le proteste di giornalisti e animalisti

Un'esibizione di elefanti al circo Ringling Brothers: un'inchiesta ha svelato i maltrattamenti a cui erano sottoposti gli animali. Oggi i rapporti su simili abusi non sono più consultabili online. Fotografia di Michael S. Williamson, The Washington Post, Getty Images

E’ arrivata la notizia bomba che tanto temevamo. A poche settimane dall’insediamento di Donald J. Trump, migliaia di documenti riguardanti gli abusi sugli animali sono stati rimossi dal sito web del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), che li pubblicava regolarmente da anni. A parlarne è il National Geographic e si tratterebbe di resoconti delle ispezioni e dei rapporti annuali sulle aziende anericane che utilizzano animali per intrattenimento o ricerca, come zoo, allevamenti e laboratori scientifici. I documenti svelavano molti casi di abusi, maltrattamenti e altre violazioni dell’Animal Welfare Act, la legge che regola le attività di questo tipo di strutture.

Giornalisti e associazioni animaliste lamentano che senza la pubblicazione dei rapporti, i casi di abusi saranno sempre più difficili da documentare.  L’APHIS (Animal and Plant Health Inspection Service), l’agenzia dell’USDA che cura le ispezioni, risponde che

 

i documenti sono stati cancellati per motivi di privacy. Ma in gran parte dei casi le informazioni sensibili erano già state espunte dagli atti, e in generale, sostengono gli oppositori, le aziende commerciali non godono dello stesso diritto alla privacy dei singoli cittadini. D’ora in poi i documenti saranno consultabili solo su richiesta, attivando le procedure stabilite dal Freedom of Information Act (FOIA) che regola l’accesso dei cittadini ai documenti pubblici. Ma per ottenere risposte in questo modo sono spesso necessari mesi.

“I cittadini degli Stati Uniti meritano di poter accedere a quelle informazioni”, sostiene Dan Ashe, capo della Association of Zoos and Aquariums ed ex direttore del Fish and Wildlife Service, l’Agenzia USA per la pesca e la fauna selvatica. “La rimozione dei documenti non va nell’interesse delle aziende credibili e rispettose della legge, ma finirà solo per erodere la fiducia del pubblico. La gente penserà, a ragione, che il governo vuole nascondere qualcosa”.

Le proteste hanno spinto un blog, The memory hole, a ripubblicare gran parte dei documenti spariti. In passato i rapporti delle ispezioni hanno permesso ai giornalisti alcuni casi clamorosi di abusi sugli animali. Eccone alcuni tra i più eclatanti:

Il circo degli orrori

I documenti APHIS erano stati fonti di prova determinante per un’inchiesta della rivista Mother Jones sullo storico circo Ringling Bros., il più famoso d’America, erede del circo Barnum. Titolo: “il più crudele spettacolo del mondo”. Gli elefanti del circo erano costretti a vivere in spazi ristretti, incatenati e regolarmente frustati dai guardiani; molti avevano ferite infettate e malattie mai curate. L’articolo scatenò una campagna d’opinione; nel 2016 il circo aveva accettato di smettere di esibire elefanti, ma poi, proprio il mese scorso, ha annunciato la chiusura definitiva dopo ben 146 anni di attività.

Piccolo zoo, grandi abusi

Nel marzo 2016, sempre Mother Jones pubblicò Welcome to the Jungle, un’inchiesta che svelava vent’anni di abusi sugli animali al DEW Haven, un piccolo zoo a conduzione familiare del Maine, famoso per essere il set di un reality show. L’articolo svelava importazione illegale di animali, pessime condizioni igieniche, alloggi non adeguati, cibo contaminato da feci, recinti troppo piccoli per consentire il movimento, e molti casi di morti premature: tutti documentati da decine di rapporti oggi finiti offline.

“I documenti dell’USDA mi hanno fornito l’ossatura di prove su cui ho costruito la mia inchiesta”, spiega l’autore dell’articolo, James West. “Erano fonti primarie, piene di informazioni, che mi hanno condotto anche ad altri filoni di indagine. Erano dettagliatissimi: c’erano i nomi, c’erano i tipi di animali”.

Anche se il programma televisivo è stato cancellato, lo zoo è ancora aperto. Senza il database pubblico sarà molto difficile controllare come vi vengono tenuti gli animali, e persino sapere se l’USDA sta continuando a effettuare le sue ispezioni.

Esperimenti crudeli

Nel gennaio del 2015, un articolo del New York Times denunciava gli abusi avvenuti al Meat Animal Research Center, un centro di ricerca gestito proprio dall’USDA dove si effettuavano esperimenti sugli animali da carne: ad esempio, nel tentativo di sviluppare una razza di pecore “di facile mantenimento” le femmine venivano lasciate a partorire da sole, nei campi, e molti agnellini morivano di fame o di freddo o venivano divorati dai coyote.

L’autore del servizio, il giornalista Michael Moss, si era basato molto sul materiale raccolto nei rapporti APHIS. Il paradosso è che il Dipartimento dell’Agricoltura puniva duramente aziende responsabili di violazioni molto più leggere di quelle riscontrate nella sua struttura. Dopo l’inchiesta, l’USDA ha sospeso tutte le sperimentazioni allo U.S. Meat Animal Research Center e il Congresso ha esteso l’Animal Welfare Act anche agli animali da allevamento usati negli esperimenti scientifici.

Le scimmie morte di sete

I documenti USDA-APHIS hanno anche permesso di svelare dettagliato casi di maltrattamenti sugli animali usati in diversi laboratori universitari. Il giornale The Augusta Chronicle ha portato alla luce una serie di accuse rivolte dagli ispettori dell’APHIS al laboratorio di ricerca dell’Augusta University (allora chiamata Georgia Regents University): alcuni primati, animali estremamente sociali, venivano tenuti in isolamento; sugli animali venivano usate medicine scadute; il cibo era scarso; venivano compiuti dolorosi esperimenti sui cani, che infliggevano sofferenze inutili e a volte li portavano alla morte.

Nel 2012 fu travolta dallo scandalo la scuola di medicina della Harvard University: diversi primati usati per gli esperimenti erano stati lasciati a morire di sete. Il laboratorio ha chiuso definitivamente nel 2015. Anche alla SNBL USA, un centro per la ricerca farmaceutica, 38 primati erano morti di disidratazione, operazioni chirurgiche sbagliate, o per dosi di medicinali eccessive per la loro corporatura. Tutti atti fino a ieri documentati nel database ormai scomparso.

Trump difende anche i figli cacciatori di trofei da caccia quindi non sorprende che consideri il maltrattamento animale un semplice impiccio di cui sbarazzarsi.

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