Stramazzato al suolo il cavallo Oliver che trainava il carro con i turisti a Messina

Caldo record e un peso enorme da trainare hanno ucciso il cavallo Oliver che non ha resistito a tanta fatica ed è morto di infarto.

Messina – Costretto a trainare carro e turisti per un totale di 800 chili di peso. Il cavallo costretto a lavorare a qualsiasi temperatura e senza mai una sosta, il povero Oliver non ce l’ha fatta più ed è stramazzato al suolo.

Pronto l’intervento della gente che ha versato sull’animale dell’acqua fresca per rianimarlo ma ormai non c’era più possibilità di recupero. Oliver è morto nel tragitto verso la Facoltà Veterinaria di Messina, dove è stato portato dai volontari di ENPA.

DURI I COMMENTI DELLA LEGA NAZIONALE PER LA DIFESA DEL CANE

Un’altra vittima sull’asfalto. Botticelle, atto secondo, questa volta a Messina. Oliver è stramazzato al suolo e la colpa “non è di nessuno”. Rosati: crudeltà e barbarie, i responsabili dovranno pagare.

Persino il Corriere della Sera – commenta la presidente di LNDC Piera Rosati,ha dedicato un editoriale in prima pagina alla barbara fine dell’equide costretto a lavorare nell’estate più torrida del secolo su e giù per sollazzare i turisti e far visitare le bellezze del luogo. Quando finirà questo sfruttamento incivile, indegno e contrario sotto ogni forma al rispetto del benessere animale?

Il Ferragosto degli animali è ancora questo: maltrattamento ma, si badi bene, “nel nome della tradizione, a cui tutto è concesso – commenta Rosati -. Come è possibile che a fronte di una evidente situazione fuori dal tempo e dalla storia, la veterinaria pubblica resti a guardare? Da una parte ci fa piacere che l’assessore comunale all’Ambiente, con delega al Benessere degli animali, Daniele Ialacqua, come apprendiamo da fonti di stampa, abbia inviato una lettera all’ospedale veterinario, all’Azienda sanitaria provinciale e alla Polizia municipale”.

Ma il cavallo, anzi, i cavalli che girano ancora sull’asfalto rovente c’erano anche prima. Il Comune ora vuole accertare la morte dell’equide, compresa la responsabilità del reato di maltrattamento. E – continua la presidente di LNDC – si cerca anche se tardivamente, di sostituire questo criterio di divertimento umano con botticelle elettriche, in nome di un paese che ama definirsi civile. Meglio tardi che mai, purché si faccia presto e si tolgano i paraocchi a chi ha sempre visto e taciuto sulla consuetudine di trattare i cavalli come parco giochi a qualsiasi condizione, oggetto di crudeli riti al traino di tradizioni con profilo penale tollerate da amministratori e da chi deve garantirne il benessere”.

LNDC con i propri legali, le avvocatesse siciliane Tania Cipolla e Irene Rizza, perseguiranno tutte le azioni legali indispensabili per accertare le responsabilità e punire duramente col massimo della pena chi ha portato Oliver all’ingiusta morte, per puro “divertimento”.

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