Si è chiusa la caccia alle balene in Giappone. Bilancio tragico: 177 balene uccise

Si è conclusa la caccia alle balene in Giappone. Considerato il divieto non rispettato, il bilancio è davvero tragico. Sono 177 i cetacei uccisi nei mari del nord.

Il Giappone ha concluso la caccia annuale con 177 balene massacrate al largo della costa nord orientale. Una caccia che scatena la rabbia tra gli attivisti dei diritti degli animali.
Le tre navi che hanno lasciato il porto nel mese di giugno sono tornate con 43 balene minori e 134 balene.

Il Giappone è un firmatario della moratoria della Commissione internazionale delle balene (IWC) sulla caccia, ma sfrutta una scappatoia che consente la morte delle balene in nome della ricerca scientifica. La Norvegia che non si considera vincolata dalla moratoria del 1986 e l’Islanda, sono i due paesi che autorizzano la caccia alle balene per fini commerciali.

Tokyo invece sostiene e cerca di dimostrare che la popolazione delle balene è abbastanza grande per sostenere un ritorno alla caccia commerciale ai fini del consumo tradizionale per uso alimentare.
Ma la domanda dei consumatori giapponesi per la carne di balene è diminuita significativamente nel corso degli anni, sollevando la questione se ci sia davvero o meno per i cacciatori un introito economico e se sia solo smania di caccia grossa “per sport”.

La pressione estera sul Giappone per arrestare la caccia alle balene non ha smosso conservatori  politici decisi a continuare questa pratica atroce.
Nel 2014 la Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite (ICJ) ha ordinato a Tokyo di porre fine a una caccia regolare nelle acque antartiche, dicendo che il progetto non ha soddisfatto gli standard scientifici convenzionali.

Ma di fatto il Giappone ha fatto orecchie da mercante e ha annullato la sua caccia solo per il periodo 2014-15, solo per riprenderlo l’anno successivo in un nuovo programma, dicendo che il nuovo piano è realmente scientifico.  

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