Nuova ordinanza a Roma: chi distrugge i nidi di rondine dovrà ripristinarli con dei nidi artificiali

In caso di violazione dell’ordinanza il responsabile dovrà provvedere a ripristinare il precedente stato dei luoghi, anche mediante l’installazione di nidi artificiali

A Roma fino al 30 novembre 2022 sarà vietato distruggere i nidi di rondini, rondini, balestrucci e specie affini, la cui presenza nelle nostre città è sempre più minacciata e va tutelata. Lo rende noto l’Oipa.

L’ordinanza prevede che i romani dovranno garantire la protezione dei nidi “provvedendo alla loro tutela e protezione, anche nelle fasi iniziali della costruzione”. Inoltre, “la tutela dei nidi si deve estendere anche al periodo migratorio (autunno e l’inverno), in quanto le rondini e i balestrucci, tornando a nidificare, utilizzano gli stessi nidi per più anni di seguito”.

«Le rondini tornate ai loro nidi si riproducono anche con tre covate tra la primavera e la fine dell’estate», spiega Rita Corboli, delegata dell’Oipa di Roma. «Alcuni arrivano a distruggere i nidi “perché sporcano” e molte imprese edili non si fermano di fronte a un nido abitato. Ci arrivano molte segnalazioni in tal senso. Questa ordinanza cittadina rafforza la tutela già prevista dalla legge n.157/1992 che vieta l’uccisione di nidiacei e individui adulti, nonché la distruzione di nidi e uova. Torniamo però a chiedere all’Amministrazione comunale che s’interrompano le potature nel periodo riproduttivo delle altre specie: anche questi sono interventi che uccidono nidi e nidiacei».

Se la presenza di numerosi nidi in locali chiusi dovesse determinare condizioni igieniche di pericolo per la salute, tale circostanza dovrà essere verificata dall’Asle la certificazione allegata alla richiesta di nullaosta in deroga da presentare al Dipartimento Tutela ambientale, che potrà chiedere l’installazione di nidi artificiali sostitutivi in un luogo vicino.

Anche nel caso si debba procedere a interventi edilizi nel periodo della vigenza dell’ordinanza, è necessario richiedere un’autorizzazione al Dipartimento Tutela ambientale, presentando la richiesta in una relazione che indichi le modalità di salvaguardia dei nidi e il loro numero. Nei casi in cui non sia possibile prevederle, dovranno essere installati nidi artificiali in sostituzione di quelli distrutti a causa delle opere.

Tra le previsioni del provvedimento per la protezione di questi nidi, vi è una serie di accorgimenti tecnici, tra cui l’uso di un “intonaco rugoso” in una fascia di almeno 50 centimetri per agevolare la costruzione dei nidi sotto i cornicioni e che tali sottotetti dovranno essere “mantenuti con un angolo retto di 90°” per facilitare la nidificazione.

Nel rifacimento dei tetti, le cavità delle tegole della prima fila e quelle di almeno due file nella parte superiore del tetto dovranno essere mantenute aperte. Infine, la verniciatura con calce mediante spruzzo per la disinfestazione delle stalle dovrà avere luogo prima del periodo riproduttivo, che va da marzo a settembre. Le strisce di carta incollanti utilizzate (purtroppo) da qualcuno per catturare insetti dovranno essere circondate da un’apposita rete metallica per evitare che le rondini, che d’insetti si nutrono, vi restino incollate. Materiali e macchinari dovranno essere posizionati ad almeno due metri di distanza dai nidi delle rondini per evitarne l’accesso di predatori.

In caso di violazione dell’ordinanza “il responsabile dovrà provvedere a ripristinare il precedente stato dei luoghi, anche mediante l’installazione di nidi artificiali idonei”.

«Quella firmata dal sindaco Gualtieri Raggi è un’importante ordinanza a tutela della biodiversità», conclude l’Oipa. «Invitiamo dunque a stare con gli occhi aperti e a segnalare le violazioni dell’ordinanza ai vigili urbani».

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