La triste realtà delle scimmie schiave: sfruttate a vita per raccogliere le noci di cocco

Con un settore alimentare che ha recentemente iniziato ad allontanarsi dall’uso di oli parzialmente idrogenati alla luce del serio pericolo che rappresentano per la salute umana, aumenta la domanda di oli liberi da grassi-trans che hanno causato un boom nel settore dell’olio di palma – un’industria che è stata già fiorente viste le molte applicazioni per l’olio di palma e dei suoi derivati in cosmetica, pulizia di forniture e nell’impiego chimico.

Molti amanti degli animali e gli ambientalisti sono ora consapevoli del fatto che in risposta a questa crescente domanda di olio di palma, le foreste pluviali tropicali del Sud-Est asiatico sono state decimate, al fine di far posto a piantagioni di olio di palma, distruggendo l’habitat degli animali che vivono in queste foreste.
Il Programma delle Nazioni Unite individua le piantagioni di palma da olio come la principale causa di distruzione della foresta pluviale in Malesia e in Indonesia. La deforestazione per la creazione di piantagioni di palma da olio è responsabile della perdita dell’habitat dell’elefante asiatico, della tigre, del rinoceronte di Sumatra e dell’orango. Ma ancora peggio è il destino subito da quegli animali che si alimentavano di frutti di palma su queste piantagioni, causando un danno dei profitti delle piantagioni. Gli animali in questo caso, vengono uccisi, picchiati a morte e anche dati alle fiamme.

Le notizie delle atrocità associate alla produzione di olio di palma ha ispirato molti vegani e non vegani, così come le aziende che producono prodotti vegani e vegetariani, a rifiutare l’uso di olio di palma.

L’olio su cui le aziende produttrici si sono dirottate per creare burro e formaggi vegan, è l’olio di cocco. L’olio di cocco si trova anche in molti shampoo, lozioni da barba vegan e cosmetici vegan. Le vendite di acqua di cocco sono in aumento – da meno di mezzo milione di litri a quasi 200 milioni di litri proprio lo scorso anno, e il consumo globale prevede un aumento del 15 per cento entro la fine dell’anno. Secondo la Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo, “La produzione mondiale di olio di cocco è aumentata negli ultimi dieci anni” e la produzione di cocco in tutto il mondo è attualmente pari a 62 milioni di tonnellate all’anno.

Ma nel sostituire l’olio di palma con olio di cocco, gli animali vengono danneggiati?

La risposta purtroppo è sì, gran parte del settore di cocco è costruito sulle spalle di delle scimmie abusate. Si tratta dei macachi nemestrini, detti anche macachi dalla coda di porco, per essere esatti.

scimmia incatenata

Scalatrici agili e abili, queste scimmie native delle regioni del sud-est asiatico, sono in grado di raccogliere diverse centinaia di noci di cocco al giorno, cosa che un essere umano non può umanamente fare. In un giorno una scimmia può scegliere e raccogliere, da 300 a 1.000 noci di cocco. Le scimmie sono incatenate per il collo e addestrate a scegliere solo le noci di cocco mature e sono costrette a farlo, giorno dopo giorno e per tutto il giorno.
Sono addestrate in strutture di formazione e uno dei visitatori ha descritto questi luoghi: “Il primitivo, campus di primate è una semplice area aperta dal pavimento sporco. Ogni scimmia solitaria, è legata agli steccati con un collare a catena.”

Al termine dell’addestramento, le scimmie sono tenute in gabbia, con nessuna opportunità di poter socializzare. Da dove vengono queste scimmie?
A volte le scimmie sono figlie di berok (scimmie già formate), a volte vengono catturate dai bracconieri nella foresta, intrappolate con le reti. Spesso, i cuccioli delle madri che allattano vengono rapiti causando loro dei traumi che non dimenticheranno per tutta la vita.

nel camion del cocco

La raccolta delle noci di cocco con questo metodo è praticata prevalentemente in tutto il Sud e Sud-Est asiatico in luoghi come la Thailandia, la Malesia, lo Sri Lanka e l’Indonesia, paesi che insieme costituiscono la gran parte della produzione di cocco a livello mondiale. L’Indonesia è il maggior produttore di cocco del mondo, con i suoi oltre 18 milioni di tonnellate di noci di cocco all’anno. Alcuni rapporti indicano che c’è una carenza di manodopera in alcune parti dell’India dove crescono palme da cocco e quindi anche qui è stato dato il via allo sfruttamento delle scimmie.

Purtroppo, il lavoro e la sottomissione delle scimmie, viene visto come una sorta di “intrattenimento”, in cui la sottomissione e il lavoro forzato dei primati viene considerato quasi curioso, una stranezza divertente piuttosto che valutato per quello che realmente è: sfruttamento di vite altamente intelligenti.

Invece che vivere libere di soddisfare i loro istinti naturali e i loro bisogni di una vita che comprenda l’interazione sociale con altre scimmie della loro stessa specie, in modo da essere libere di accoppiarsi e di muoversi liberamente o di riposare ogni volta che ne sentono la necessità, queste scimmie – passano tutta la loro vita a faticare senza mai una fine, costrette all’obbedienza e sottomesse alla volontà degli esseri umani.

Le strutture di formazione delle scimmie, sono destinazioni popolari per i turisti, tanto che i gestori fanno da ciceroni rendendosi disponibili a dare informazioni sulla vita di questi animali, al fine di incoraggiare i turisti pronti a sorvolare tutto ciò che c’è di negativo come il lavoro estenuante e le condizioni spesso pericolose che le scimmie sono costrette a subire, tra le quali, l’arrampicata su alberi alti più e più volte nel corso di una giornata, tutto pur di vedere una scimmia che raccoglie il cocco.

A volte per recuperare le noci di cocco, gli animali cadono da fitti cespugli ferendosi anche mortalmente. Spesso, sono costrette a recuperare utensili da taglio di cocco per i loro gestori che includono coltelli con lame affilate. Una volta finita la raccolta e dopo aver caricato centinaia di noci di cocco sugli autocarri, le scimmie vengono trasportate in un altro luogo di raccolta. E il lavoro ricomincia, non c’è tregua.

raccoglie cocco

E anche se molti articoli su queste scimmie contengono testimonianze di gestori che dichiarano di aver cura dei propri animali è impossibile credere a tali garanzie con le lunghe ore di lavoro duro, la costante agitazione e la mancanza di autonomia che questi animali sono costretti a sopportare giorno dopo giorno, senza alcun vantaggio personale. Infatti, un gestore ha ammesso che a volte “le scimmie sono così stanche de raccogliere noci di cocco che di colpo svengono”.

Sul sito di un centro di formazione, le scimmie sono bollate come “una efficiente manodopera per il lavoro dell’agricoltura industriale” e afferma che sono “forti, non hanno paura delle altezze, non si lamentano, non hanno bisogno di essere pagate. In più non hanno necessità di essere assicurate contro gli infortuni”. Le scimmie sono pertanto considerati una ‘macchina vivente’ utile per gli agricoltori di cocco.

Si tratta, in una parola, di schiavitù. E come la natura umana e la storia dimostra, ancora e ancora, dove c’è un profitto da effettuare sulle spalle dei non-umani, quelle spalle sono tirate e spesso rotte. A detta di tutti, la crescente popolarità di noci di cocco, olio di cocco e dei suoi vari derivati, significa solo maggiore sfruttamento per gli animali.

Alla luce del conflitto tra i valori umani che spingono ad abbracciare una dieta vegana e il trattamento che i macachi sono costretti a sopportare per la raccolta di cocco, gli attivisti hanno scritto alle società vegan per saperne di più sulle pratiche di raccolta associate alle noci di cocco che vengono poi usate per creare acqua di cocco, olio e altri prodotti che contengono derivati da cocco.

A fine giornata
A fine giornata

Alcune aziende hanno semplicemente ignorato le e-mail e lettere. Alcuni hanno ammesso di non saperne nulla e hanno lasciato le cose come stanno senza approfondire le dinamiche dei fatti. Altri hanno risposto che i loro prodotti provengono da aziende note per l’uso delle scimmie. E altri erano felici di segnalare che i loro fornitori non hanno raccolto le noci di cocco in questo modo.

L’Essential Trading Company, una società con sede nel Regno Unito, è un esempio di quest’ultima modalità. Loro scrivono:
L’Essential Trading produce una gamma di prodotti di cocco biologici ognuno dei quali proviene da allevamenti sostenibili di cocco in Sri Lanka. Abbiamo visitato le fattorie personalmente per assicurarci che siano mantenuti gli standard elevati che ci aspettiamo e che i nostri clienti si aspettano con l’acquisto di prodotti della nostra società. Le noci di cocco vengono raccolte con il lavoro sodo degli agricoltori (umani), salendo loro stessi sull’albero o utilizzando una lunga canna di bambù per cogliere le noci di cocco dalle cime degli alberi. Nessuna scimmia è coinvolta nella raccolta o nei processi produttivi di tutti i prodotti a marchio Essential.

Come azienda siamo contrari allo sfruttamento degli animali e condanniamo fermamente l’uso di scimmie nelle aziende agricole di cocco.

raccoglitore di cocco

Purtroppo, non tutte le aziende la pensano allo stesso modo, tra le quali alcune dei più celebri marchi vegan. E mentre con orgoglio si vantano che i loro prodotti sono privi di sottoprodotti di origine animale, cosa che naturalmente è da lodare, il loro ricorso al lavoro coatto delle scimmie non è qualcosa che la gente compassionevole può ignorare.
Come vegan etici, non possiamo ignorare la valorizzazione dei primati sotto l’illogicità dello sfruttamento per i loro anni di fatica prolungata, l’uccisione dei loro genitori, il loro degrado sociale.
Il nostro abbraccio di una dieta a base vegetale è, in primo luogo un modo per evitare la sofferenza degli animali. E l’industria della noce di cocco – ed i prodotti vegan a base di cocco sono intrisi di questa sofferenza.

Oltre al Trading Essential, le seguenti società affermano che i loro fornitori non utilizzano le scimmie:

  • 3 Buddhas,
  • Biona organic
  • Aunt Patty’s,
  • BetterBody Foods,
  • Carrington Farms,
  • Dr. Bronner’s,
  • Earth Circle Organics,
  • Harmless Harvest,
  • Maison Orphee,
  • Naked Coconuts,
  • Nutiva, Ojio,
  • So Delicious,
  • Silk,
  • Spectrum Organics.

Da notare tuttavia, che se le noci di cocco provengono dalla Thailandia, i portavoci del settore dicono che è “difficile credere” che i primati non vengano utilizzati. In Thailandia infatti, le scimmie raccolgono il 99 per cento delle noci di cocco.

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