Green Hill: la Cassazione conferma la condanna agli imputati dell’allevamento dei cani

La Cassazione ha confermato le condanne per i vertici di Green Hill.

A dare la notizia tanto attesa è La Stampa. L’allevamento di cani beagle chiuso a Montichiari, nel bresciano, nell’estate del 2012. Sono stati confermati un anno e sei mesi per Ghislane Rondot, co-gestore della struttura, il veterinario Renzo Graziosi, anche lui un anno e sei mesi, e un anno per il direttore dell’allevamento Roberto Bravi. Secondo le accuse nell’allevamento si praticava «l’eutanasia in modo disinvolto, preferendo sopprimere i cani piuttosto che curarli».  

La politica aziendale, inoltre, sempre secondo l’accusa, «andava in senso diametralmente opposto alle norme comunitarie e nazionali». L’allevamento era stato messo sotto sequestro nell’estate del 2012 pochi mesi dopo il blitz degli animalisti che avevano liberato molti cuccioli. È in corso il processo parallelo ad altri veterinari e dipendenti implicati nel maltrattamento e uccisione dei beagle. È stata così confermata la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Brescia il 23 febbraio 2016.  

 

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