Aumentano i sindaci che dicono no ai botti in Italia: gli amanti degli animali ringraziano

Niente botti di Capodanno in molte città italiane e sono proprio gli italiani a chiederlo.

Dice no ai botti il Sindaco di Assemini in provincia di Cagliari, Mario Puddu, che vieta l’uso di petardi e razzi di ogni tipo da oggi fino alla mezzanotte dell’Epifania.

Ha emesso un’ordinanza contro i botti anche il primo di cittadino di Terni, Leopoldo Di Girolamo che scrive: “E’ fatto divieto di far esplodere fuochi artificiali, petardi, botti, razzi e simili materiali pirotecnici in luoghi aperti al pubblico ed in vie, piazze ed aree pubbliche ove transitino o siano presenti i soggetti più fragili e gli animali, con particolare riguardo alle aree a distanze inferiori a 200 m da ospedali, cliniche, luoghi di ricovero e cura, fatto salvo ove vi siano particolari autorizzazioni ai sensi e per gli effetti delle norme vigenti.”

Stessa decisione è stata presa dal Sindaco di Agna (PD), Gianluca Piva che per il terzo anno sancisce il suo diniego ai botti motivando la sua decisione in virtù della tutela dei cittadini che ogni anno finiscono con le mani o il volto distrutto a causa dello scoppio improvviso di petardi. Infine ricorda la sensibilità e il rispetto verso gli animali.

Niente scoppi di petardi o fuochi di artificio anche a Trevi, in provincia di Perugia. A stabilirlo è stato il sindaco Bernardino Sperandio che per i trasgressori promette sanzioni che vanno tra le 50 e le 500 euro.

Anche La Spezia si allinea alle città italiane che si impegnano a limitare i botti e le esplosioni. “Abbiamo il dovere di tutelare non solo l’incolumità delle persone che intendono partecipare agli eventi e il patrimonio pubblico ma anche di applicare regole generali di buon senso nel rispetto di animali, bambini, anziani e malati” – spiega Pierluigi Peracchini.

Uguale decisione per il Sindaco Raffaello De Ruggieri di Matera che ammette solo gli artifici ad effetto esclusivamente luminoso. I cittadini accettano di buon grado il provvedimento e se sono proprio loro a richiederlo in massa, forse è il caso che ogni Comune ne prenda atto e ponga in essere le dovute restrizioni.

  

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