In 10 anni il 70% degli uccelli rischia di sparire per sempre: lo annuncia la LIPU

Le specie di uccelli a rischio estinzione sono aumentate del 70% in dieci anni. Ad annunciarlo è la LIPU in un comunicato ufficiale.

Un balzo in avanti del 70% in soli 10 anni: le specie di uccelli selvatici “Spec 1”, ossia quelle in uno stato di conservazione sfavorevole e minacciate a livello globale, passano dalle 40 del periodo 1990-2000 alle 68 del periodo 2000-2010.

E’ l’informazione più rilevante, e preoccupante, della nuova edizione di Birds in Europe 3, redatta dagli esperti di Birdlife International dopo quelle del 1994 e del 2004 e presentata all’Assemblea nazionale che la Lipu-BirdLife Italia ha organizzato a Parma (19-21 maggio) con il patrocinio del Comune di Parma.

Un lavoro monumentale, quello di Birds in Europe 3, che – come ha spiegato nella relazione d’apertura del convegno Anna Staneva, responsabile conservazione delle specie a BirdLife International – ha preso in considerazione 541 specie di uccelli selvatici in 50 Paesi europei, e a cui hanno contribuito migliaia di ornitologi e appassionati in tutta Europa, Italia compresa.

Dati alla mano, la LIPU spiega che proprio il nostro Paese, detiene una forte responsabilità per la tutela di alcune specie classificate nel nuovo rapporto come “Spec 1”. A iniziare dalla berta minore, specie pelagica la cui popolazione mondiale nidificante risiede per il 65% proprio nel nostro paese e del nibbio reale, rapace diurno concentrato nei paesaggi agricoli e steppici del sud Italia. O, ancora, della coturnice, specie ancora cacciabile eppure giunta al massimo grado di minaccia, con il 26% della popolazione a livello mondiale che risiede nel nostro paese. Sulla berta minore forte è stato l’impegno della Lipu, negli anni scorsi, con il progetto Iba marine, che ha contribuito all’identificazione delle “Iba marine” pelagiche, ossia le aree importanti per la loro sopravvivenza, per le quali la Lipu chiede adeguata protezione.

Anche sul fronte caccia in Italia la partita che emerge da Birds in Europe 3 è preoccupante, perché insieme alla coturnice salgono sul podio delle “SPEC 1” anche altre specie che finiscono attualmente nel carniere dei cacciatori italiani: moriglione, pavoncella, tortora selvatica e tordo sassello, quest’ultimo ancor più svantaggiato per la forte somiglianza con il tordo bottaccio, specie intensamente cacciata. Per queste specie la Lipu ha scritto di recente all’Ispra, Regioni e Ministero dell’Ambiente chiedendo di escludere subito  queste cinque “SPEC 1” dalla lista delle cacciabili.

Nel nostro Paese, complessivamente, sono 16 le specie “SPEC 1”,  e 21 le “SPEC 2” (specie in stato di conservazione sfavorevole e concentrate in Europa), tra cui la passera d’Italia che nel nostro Paese concentra l’87% della popolazione mondiale, e 47 “SPEC 3” (specie in stato di conservazione sfavorevole ma non concentrate in Europa), tra cui pernice sarda, lanario, grillaio, fratino e fraticello, airone rosso e nitticora.

 

 

LASCIA UN COMMENTO