Treviso, cacciatore spara in fronte ad un ciclista di 48 anni ma scappa via e fa perdere le sue tracce

Il ciclista non è stato soccorso e ha chiamato da solo il 118.

Treviso – Alla chiusura della preapertura della caccia, è iniziata l’apertura ufficiale e con essa gli incidenti anche piuttosto assurdi come quello che è accaduto ieri ad un uomo di 48 anni di Fietta, una località di Pieve del Grappa, in provincia di Treviso. 

Come riporta la Tribuna di Treviso, alle 11 del mattino di domenica mattina, un cacciatore ha fucilato in piena fronte un ignaro ciclista che avrebbe voluto farsi una sana pedalata in tutta tranquillità in un tratto di aperta campagna. Ma così non è stato, il ciclista è stato centrato da un pallino che si è conficcato in mezzo alla fronte. 

Nonostante il forte dolore, l’uomo ha autonomamente chiamato i soccorsi. Nel frattempo il cacciatore, dopo l’urlo del ciclista se l’è furbamente data alle gambe facendo perdere le sue tracce. 

“Se accadono episodi gravissimi come questo è perché c’è la volontà politica che accadono. Non a caso, a fronte di una lunga scia di casi analoghi, ho proposto, in occasione della discussione sul Piano faunistico-venatorio, un emendamento sottoscritto dalla minoranza che prevedeva l’obbligo per i cacciatori di indossare delle pettorine con un numero alfanumerico. Così da responsabilizzare i cacciatori ed isolare le mele marce che violano la legge”.

A dirlo il consigliere regionale del PD Veneto, Andrea Zanoni, all’indomani dell’episodio di Castelcucco, nel trevigiano, dove un cicloamatore è stato colpito in fronte da un pallino di una fucilata esplosa da un cacciatore.

“Questo è un caso emblematico perché con un sistema identificativo si sarebbe evitata la fuga a gambe levate del responsabile. La situazione è fuori controllo per colpa di irresponsabilità che sono anche politiche e per vuoti di intervento che consentono la caccia indiscriminata su terreni di proprietà privata. Quello della pettorina è uno strumento già introdotto in molti altri Stati. Senza contare gli esami di controllo che andrebbero fatti con regolarità a chi detiene il porto d’armi: ci sono persone che nonostante l’età avanzata non si sottopongono a verifiche da decenni. Una cosa inaccettabile, soprattutto perché le campagne sono meta sempre più frequente di persone che vogliono stare tranquillamente a contatto con la natura, senza rischiare di morire impallinati”.

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