In 30 anni più di un milione di tartarughe sono state uccise dal traffico illegale di animali

Le tartarughe marine sono tra gli animali che più soccombono allo sfruttamento della fauna selvatica. Vengono utilizzare come fonte di cibo, medicinali, afrodisiaci, oggetti decorativi o per farne accessori di moda. 

Negli ultimi tre decenni, tra il 1990 e il 2020, sono state uccise più di 1,1 milioni di tartarughe. Circa 44.000 tartarughe marine ogni anno vengono rimosse illegalmente dal loro habitat naturale. E’ quanto è emerso da una nuova indagine condotta dai ricercatori dell’Arizona State University (ASU) , negli Stati Uniti, con dati provenienti da 65 paesi.

Nonostante i numeri impressionanti di questa prima analisi globale sull’argomento,  gli scienziati affermano che c’è stato un piccolo calo delle morti di questi animali, tuttavia le statistiche rimangono allarmanti.

L’indagine indica che il Vietnam è il Paese in cui è più ampio il commercio illegale di tartarughe marine destinate principalmente ai mercati di Cina e Giappone. Oltre a questi paesi, il sud-est asiatico e il Madagascar, sono le regioni in cui le uccisioni sono maggiori.

Le due specie più trafficate sono la verde (Chelonia mydas) e il favo (Eretmochelys imbricata). E’ importante sottolineare che delle sette specie conosciute dalla scienza, tutte, in misura maggiore o minore, sono a  rischio di estinzione .

I ricercatori ritengono che l’indagine sia fondamentale per comprendere dove agire per poter frenare e combattere lo sfruttamento illegale delle tartarughe marine. 

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