LEK CHAILERT, LA DONNA CHE SUSSURRA AGLI ELEFANTI

Lek Chailert
e’ nata in una remota comunita’ montana nel Nord Thailandia nel 1962 nel
piccolo villaggio tribale di Baan Lao.
 Suo nonno materno era un uomo della foresta e
uno sciamano e portò Lek in escursioni nella giungla, dove lei, lo accompagnava
alla ricerca di erbe mediche, qui Lek si innamorò delle meraviglie della
natura. Ma il suo amore per gli elefanti iniziò quando suo nonno, un guaritore
tradizionale, ricevette un cucciolo di elefante come pagamento per aver salvato
la vita di un uomo. Lek cominciò a passare una gran parte del suo tempo con il
suo nuovo amico, che chiamò Tongkum, ne nacque una passione che avrebbe
cambiato per sempre la sua vita.
Malgrado la
povertà, Lek da ragazza si è laureata in Belle Arti poiché non esisteva la
facoltà di veterinaria in zona, ma col tempo riuscì a conseguire anche quest’
ultima laurea.
Molti anni
prima Lek era rimasta sorpresa da qualcosa a cui aveva assistito, qualcosa che
l’aveva sconvolta, aveva visto maltrattare e soffrire un elefante, era uno di
quegli elefanti che lavoravano nel trasporto del legname, si era avvicinata e
aveva visto il motivo di tanto dolore.
Il
pachiderma soffriva in modo particolare quando il mahout le faceva spingere un
tronco. L’elefante aveva una grande ferita dove la corda stringeva ogni volta
che spingeva un tronco. Da qui, a poco a poco, nacque in lei la decisione di
diventare quello che è diventata: la madre e la regina degli elefanti.
Con amore e
rispetto per un animale che a tutti richiama il suo paese, la Thailandia, e
nella consapevolezza che gli elefanti erano ormai sulla via dell’estinzione,
Lek a questo punto ha iniziato la sua battaglia in difesa dei diritti e del benessere
degli elefanti asiatici in Thailandia.
Centinaia di
persone, mahout erano alla fame, non avevano cibo quasi per loro figuriamoci
per gli animali. Si accorse che la foresta veniva distrutta, bruciata e il
fatto che anche questo veniva fatto per ordine del governo, l’habitat degli
elefanti veniva distrutto per lasciar posto a frutteti, a culture considerate
più redditizie.
Si arrivava
al punto che il governo forniva gratuitamente le piante che dovevano essere piantate
al posto della giungla.
Molti mahout
vendevano i loro elefanti come animali da carne. Per Lek questo era un incubo,
doveva fare qualcosa! Animali e uomini le stavano chiedendo aiuto, ma lei cosa
poteva fare?

 

Occorsero 18
mesi perché Lake incontrasse qualcuno che poteva aiutarla. Questa persona era
un miliardario thailandese che fra le altre cose era appassionato di elefanti, voleva
aprire un campo per elefanti e si era rivolto a lei perché nella zona era
considerata la più grande esperta di questi animali.
Il
miliardario comprò un gran pezzo di terreno vicino a un piccolo fiume.
Il campo
ebbe successo ma creò invidie a chi aveva dei campi vicini e si giunse al punto
che il miliardario finì in prigione, dato che la polizia era pagata dai proprietari
degli altri campi, inoltre, l’edificio principale del parco, il ristorante e altri
piccoli edifici furono incendiati.
Iniziò una
vera e propria guerra, in cui persone amiche di Lek furono uccise e un
tentativo di omicidio si ebbe anche contro il miliardario che si salvò ma
dovette sparire dalla zona.
Fu un
momento di paura e terrore dove nessuno sapeva più cosa fare, era sparito il
principale finanziatore e ci furono momenti in cui sembrò che tutto dovesse
tornare come prima. Ma in sei mesi, a dispetto di grandi difficoltà
finanziarie, il suo amore per gli elefanti portò Lek a fondare il Parco
Naturale degli elefanti insieme a suo marito Adam, era il 1996.

 

Comprò il
terreno e lo preparò per essere un campo da elefanti, costruì le capanne e i
capannoni, piantò alberi. Lek, il marito, le famiglie dei mahout, si diedero da
fare e il parco che Lek aveva tanto desiderato divenne reale. Nove elefanti con
i loro mahout si trasferirono per abitarlo.
Lek comincia
anche a raccogliere elefanti che vengono salvati dalla strada
dall’accattonaggio, dal lavoro nei boschi e dal turismo. Alcuni per diversi
motivi erano diventati inutili per il lavoro col legname nei boschi, altri per
i proprietari dei campi da trekking, nonostante questo gli animali non le
furono mai ceduti gratis e dopo aver salvato questi elefanti, Lek faceva delle
lunghe escursioni nella foresta di giorni e giorni per andare a curare gli
elefanti.
Il suo,
diventa l’unico parco che salva gli elefanti maltrattati, li guarisce e
permette loro di vivere naturalmente nel gruppo familiare da loro scelto.
Lek ha
rischiato la vita per aver denunciato e divulgato alle grandi associazioni
animaliste i video del maltrattamento degli elefanti in Thailandia.
Tutti le
volevano male e iniziarono ad inventarsi delle falsità per accusarla.
A un certo
punto fu emesso un mandato di cattura su di lei. In mezzo a 65.000.000 di
persone che volevano Lek morta o quanto meno in prigione, una sola le rimase
amica, una membra della famiglia reale, parente del re, la principessa
Rangsrinopadorn Yakul, che come Lek era una protettrice dell’elefante
thailandese. La principessa la aiutò con una donazione e dopo essersi nascosta
a Bangkok riuscì a procurarsi un avvocato.

 

 Il suo più caro elefante fu ucciso da due
persone, una delle quali si era presentata in uniforme. Il Bangkok Post, il
giornale dell’elite thailandese, organizzo’ una campagna di calunnie, contro di
lei, a suon di falsificazioni.
Se questa
era la sua reputazione in patria, la donna godeva di ottima reputazione
all’estero che si era costruita nel corso degli anni. Aveva amici nella
National Geographic Society, nella Brithish Broadcasting Corporation, nella
CNN.
Qualunque
cosa succedesse a Lek all’interno del suo paese la fiducia delle persone che
lavoravano in queste organizzazioni non sarebbe venuta mai meno.
Ad aiutarla
fu Bert Von Roemer, un miliardario presidente di una società ma anche un
protettore degli animali e fondatore della Serengeti Foundation che oggi,
oltre a progetti in USA e Africa lavora a stretto contatto con Elephant Nature
Park. Attraverso Jane Bert seppe che Lek si trovava in difficoltà e che aveva
bisogno di fondi per aprire l’Elephant Nature Park. Lei aveva gli elefanti e i
mahout che volevano lavorare per lei ma non aveva il terreno.
 Lek voleva realizzare qualcosa di diverso dai
normali campi per elefanti, niente spettacoli, niente trek sugli animali, nessun
sfruttamento, chi si recava al parco però poteva conoscere tutto sugli animali
e stare con loro realmente in contatto. Nel 2003 Bert si reca in Thailandia a
conoscere la Regina degli elefanti. Dopo qualche giorno Lek portò Bert a vedere
il terreno che riteneva ideale per aprire il suo Elephant Nature Park. Bert era
una persona di poche parole e chiese solo tre cose: “Di quanto terreno hai
bisogno?”, “Quant’e’ il costo del terreno?”, “Di quanti
soldi hai bisogno?”. Saputo questo se ne andò il giorno seguente ma prima
di andarsene le consigliò di controllare il suo conto corrente in banca dopo
tre giorni. In quei tre giorni i soldi arrivarono era nato il nuovo parco. Dopo
alcune difficolta’ finanziarie iniziali grazie ad articoli sul National
Geographic e sul Readers Digest, il parco divenne famoso, i turisti
cominciarono ad arrivare in numero crescente.

 

Oggi Lek
Chailert e’ una donna conosciuta in tutto il mondo.
Il parco è
oggi aperto ai visitatori tutto l’anno. Gite di un giorno e pernottamenti
possono essere organizzati come pure periodi più lunghi per chi si vuole
dedicare al volontariato.
Le attivita’
del parco sono sostenute principalmente dai suoi visitatori che contribuiscono
a mantenere gli elefanti e i buoi nutriti e sani, dall’attivita’ di un sito web
e dall’agenzia di viaggi Gem che devolve la maggior parte dei suoi profitti a
queste attivita’.
Lek Chailert
ha ricevuto riconoscimenti e premi da tutta la comunità internazionale.
Inoltre ha
conseguito due lauree honoris causa dalla Rajabaht Chiang Mai University, un
dottorato in Sostenibilità e Conservazione nel 2002, e un dottorato in Medicina
Veterinaria nel 2006, che le è stato consegnato personalmente da Maha
Vajiralongkorn, Principe ereditario di Thailandia.
 In occidente la chiamano “la donna che
sussurra agli elefanti” e in oriente è lei “la Regina degli elefanti”.

 

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