Autorità argentine intimano l’alt alla nave cinese per pesca illegale: non si ferma e sparano

Questa è almeno la terza volta negli ultimi anni che la guardia costiera argentina ha sparato contro le barche da pesca cinesi.

Argentina – I colpi di arma da fuoco sono stati sparati ancora una volta, come accadde in passato, sulle acque al largo della costa argentina dalle navi della guardia costiera contro un barcone da pesca cinese. La nave da pesca, la Hua Xiang 801, è stata avvistata  sabato mentre pescava illegalmente in una zona economica esclusiva dell’Argentina. I pescatori abusivi non hanno risposto agli appelli della guardia costiera che chiedeva l’alt immediato.

Trascorsi i 15 minuti di preavviso, non c’è stato alcun segnale da parte del peschereccio cinese. A quel punto la nave cinese si vista arrivare una scarica di colpi di avvertimento uniti ad un inseguimento di 3 ore al termine del quale la barca da pesca è scappata in acque internazionali.

E’ il terzo bombardamento in 4 anni. 

Questo è solo l’ultimo esempio della guardia costiera argentina che scarica le munizioni in direzione di un peschereccio cinese. Lo scorso febbraio, le barche da pesca cinesi hanno tentato di contrastare e sfuggire alle navi della guardia costiera, conducendo le navi argentine a un inseguimento di 8 ore con la guardia costiera che sparava da mitragliatrici e dai cannoni sulle barche da pesca in ritirata.

Nel 2016, la guardia costiera argentina sparò e affondò una nave da pesca cinese che tentò anche di speronare la nave della guardia costiera. L’affondamento ha fatto sì che il Ministero degli Esteri cinese, esprimesse la sua “seria preoccupazione” e chiedesse un’indagine sull’incidente.

I pescatori si spostano dalla Cina perchè hanno svuotato i loro mari

Grazie al disastroso sovra sfruttamento della pesca nel proprio territorio, i pescatori cinesi sono costretti a navigare sempre più lontano da casa per poter rientrare con un pescato più numeroso. Negli ultimi anni sono stati arrestati molti pescatori per aver pescato illegalmente nelle acque di tutto il mondo, dalla Russia al Sudafrica fino a raggiungere anche le Galapagos. 

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