Associazione Vittime della Caccia: impossibile riconoscersi in questo Ministero dell’Ambiente

L'associazione Vittime della Caccia, ha chiesto la cancellazione del riconoscimento presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica poichè non si riconosce più in tale Ministero.

Con riferimento alla cancellazione dell’Associazione Vittime della Caccia dall’elenco delle associazioni riconosciute ai sensi dell art. 13 della legge 8 luglio 1986 n. 349 la stessa precisa quanto segue

L’Associazione Vittime della Caccia in data 19 gennaio 2023 ha comunicato al suddetto Ministero la decisione di rinuncia al proprio riconoscimento dopo numerosi anni, in risposta allo smantellamento della legge 157/92 operato dal governo Meloni, con il chiaro intento di liberalizzare ulteriormente la caccia, addirittura nei centri urbani e nelle aree protette, ad ogni specie selvatica considerata arbitrariamente dannosa e quindi fucilabile.

Di fronte a questa vergognosa ed esagerata forzatura, nondimeno all’irragionevole volontà di questo Ministero di disconoscere quante più associazioni ambientaliste e animaliste, eludendo ogni tipo di confronto democratico e costruttivo e facendo mancare il doveroso dibattito politico con le parti interessate, per lasciare poi il nostro territorio e il Patrimonio indisponibile dello Stato, la Fauna, in mano alle lobby venatorie e agli interessi politico economici per lo sfruttamento di ogni risorsa ambientale.
Un colpo di Stato ambientale in piena regola.
L’Ambiente e i suoi Abitanti non sono prodotti di un’azienda, ma un tesoro da custodire e rispettare.

Nello specifico di AVC le motivazioni addotte dal Ministero per far mancare il riconoscimento, appaiono evidentemente strumentali nel NON considerare quale Attività nelle cinque Regioni i ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato di Calendari venatori, Atti, Ordinanze, provvedimenti amministrativi vari in quelle specifiche regioni.

E soprattutto infastidisce che AVC abbia avuto ragione per ben oltre la meta degli atti impugnati nei Tribunali di tutta Italia.

Inoltre gli adeguamenti richiesti in materia, per es. di quote rosa nel corpo Direttivo, erano già avvenuti spontaneamente molti anni prima e non è stato tenuto conto dell’invio successivo, ma sempre nei termini,di questo documento.

La mancanza di un confronto costruttivo con le Associazioni ambientaliste e animaliste nella gestione del contenimento delle specie ritenute dannose e il conseguente sovvertimento di norme statali, e venendo meno il riscontro identitario con le decisioni assunte dal governo e perorate dal Ministero in questione, AVC ha deciso di non perseguire comunque il riconoscimento e quindi revocarlo ufficialmente già il 19 gennaio scorso.

Questo Ministero non può rappresentare un’Associazione che da 15 anni, non solo combatte contro atti irragionevoli nei Tribunali di tutta Italia, ma raccoglie tutte le notizie dei casi delle persone offese con le armi dei cacciatori, per mano dei cacciatori, durante e fuori dalle battute.

Ogni tentativo di offuscare questa nostra denuncia trova risposta nelle cronologie delle rassegne stampa che pubblichiamo sul nostro sito alla voce DOSSIER basta voler vedere la verità e verificare.
Il fenomeno delle numerose vittime UMANE E NON che ogni stagione venatoria riporta dovrebbe essere adeguatamente attenzionato dal Ministero dell’Interno per la gravità dei fatti che vedono coinvolti non solo cacciatori ma anche estranei alla caccia, uomini, donne, bambini e animali domestici in fatti di violenza, armi e sangue.

Come ci si può riconoscere in tale ministero?

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