Sentenza storica del Brasile: vietata l’esportazione di mucche vive poiché sono esseri senzienti

La battaglia è stata vinta da un team multidisciplinare composto da veterinari, avvocati, professionisti del marketing e della comunicazione, geografi e ricercatori, che insieme hanno creato un forum per la difesa dei diritti animali.

Con una sentenza storica emessa la scorsa settimana, il Brasile diventa vieta l’esportazione di mucche vive per motivi etici. La decisione fa seguito a una causa del 2017 intentata dal Forum nazionale brasiliano per la protezione e la difesa degli animali senza scopo di lucro, per porre fine all’orribile pratica delle esportazioni di animali vivi.

“Dopo un lungo iter processuale, è stata emessa una storica sentenza per i diritti degli animali, in cui si riconosce la sofferenza causata agli animali, in un’attività simile alla tratta di esseri umani nell’era della schiavitù”, ha scritto l’organizzazione in un comunicato. Nella sentenza, il giudice riconosce la dignità degli animali e comprende che tale attività è crudele e non può essere giustificata o tollerata con la scusa di un possibile danno commerciale”. 

“Gli animali non sono cose. Sono esseri senzienti, cioè individui che sentono la fame, la sete, il dolore, il freddo, l’angoscia e la paura”,ha affermato il giudice federale Djalma Gomes nella sua  sentenza, che è impugnabile.

Laerte Levai portavoce del Forum nazionale,  ha apprezzato la sentenza che riconosce gli animali come esseri viventi senzienti “con diritti e dignità fondamentali”.

Secondo quanto riferito, il Brasile era il quinto esportatore mondiale di bovini vivi, con mercati importanti in Iraq, Giordania, Egitto, Arabia Saudita e Turchia. Secondo il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, solo lo scorso anno il Brasile ha esportato circa  150.000 mucche .

In Italia Animal Equality da anni si batte per lo stop al trasporto degli animali vivi ma ricorda a tutti “c’è solo un modo per eliminare completamente la sofferenza degli animali trasportati vivi ed è quello di lasciarli fuori dai nostri piatti.”

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