Quasi il 30% delle specie animali è a rischio: a lanciare l’allarme è l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), la più grande organizzazione mondiale per la conservazione della natura, che tiene a Marsiglia il suo congresso annuale. La Iucn stila e tiene aggiornata una “Lista rossa delle specie minacciate”. Questa al momento comprende 138.374 specie di animali, piante e funghi. Di queste, 38.543 sono a rischio estinzione, il 28%. Tutte le specie di squali e di razze a rischio estinzione sono colpite da pesca eccessiva. Il 31% è colpito anche dalla perdita o dal degrado dell’habitat, e il 10% dal cambiamento climatico. Gli esperti temono un vero e proprio crollo della biodiversità.
Fra le specie a rischio, precisa l’Iucn, vi sono i varani (o draghi) di Komodo, lucertole giganti diffuse nelle isole indonesiane (nella foto). Lunghi da due a tre metri, sono passati da specie “vulnerabile” a specie “a rischio”. “L’innalzamento delle temperature e, quindi, del livello del mare dovrebbe ridurre il loro habitat di almeno il 30% nei prossimi 45 anni”, sottolinea l’Iucn.
Fra gli altri animali a rischio vi sono squali e razze. Il 37% delle specie di squali e razze rimane a rischio estinzione a causa della pesca, del degrado degli habitat marini e del riscaldamento globale. Quattro specie di tonno, minacciate di estinzione per la pesca intensiva, si stanno riprendendo, grazie all’adozione di quote di pesca sostenibili da parte di molti stati e alla lotta alla pesca illegale. Nell’ultimo aggiornamento della Lista rossa delle specie a rischio, il tonno rosso atlantico passa da “in pericolo” a “minima preoccupazione”; il tonno rosso australe da “in pericolo critico” a “in pericolo”; il tonno bianco alalunga e il tonno a pinne gialle albacora passano entrambi da “quasi minacciati” a “minima preoccupazione”.
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