I macachi saranno accecati, il Consiglio di Stato ha deciso che la tortura potrà proseguire

Niente da fare! I macahi potranno essere sperimentati o meglio torturati. Lo studio “Light-up” delle università di Parma e Torino. Dopo due sospensioni ottenute con i ricorsi al TAR e due anni di battaglie portate avanti da LAV con la campagna #CIVEDIAMOLIBERI, si ritorna all’età della pietra e all’avvallamento dei test crudeli sugli animali. 

A nulla sono valse le 450mila firme raccolte dalla petizione e le migliaia di selfie con la benda davanti agli occhi e il cartello con l’hashtag di LAV.  I macachi come ha spiegato LAV, verranno prima sottoposti a un training durante il quale, immobilizzati in più punti su delle sedie, dette “di contenzione”, saranno costretti ad associare delle immagini. Dopo questa fase subiranno l’intervento al cervello, molto doloroso e invasivo, che gli asporterà parte della corteccia visiva. Poi ricomincia il training. Infine gli animali verranno uccisi.

Da sottolineare che lo stesso studio sarà condotto in modo non invasivo anche su volontari umani portatori di questo deficit visivo. E allora perchè far patire inutilmente e in questo modo atroce i poveri macachi? Non abbiamo la risposta, è tutto così assurdo. Lo studio, sarà finanziato dal Consiglio Europeo della Ricerca. Questa notizia è un colpo al cuore, un lutto per tutti. Vorremmo credere che sia solo un brutto incubo e che quando ci sveglieremo i macachi saranno liberati da quel male chiamato uomo!

Dichiarazioni di LAV delle ore 20.00

Oggi non ha perso solo la LAV, e gli oltre 440’000 cittadini che hanno aderito alle nostre richieste, – prosegue Michela Kuan – ha perso tutta la ricerca, ha perso l’Italia dove si continua a voler difendere una sperimentazione fuorviante, dispendiosa e ancorata al passato, a discapito del diritto e della vita di tutti e dei metodi innovativi di ricerca. Ma questo risultato certo non ci sorprende viste le intimidazioni e le pressioni che ha ricevuto persino il Presidente del più alto grado giurisdizionale, un fatto gravissimo che ha calpestato ogni diritto costituzionale e il comune senso di dignità e rispetto”.
Il Consiglio di Stato, la cui imparzialità è stata messa in dubbio dagli strenui difensori dello studio, ha invece delegato la decisione a un ente esterno, proprio per garantire la massima neutralità, e ha scelto la Fondazione Bietti, Istituto riconosciuto dal Ministero della Salute (quindi non certo vicino alle istanze della LAV ) e che ha prodotto, nonostante l’obbligo di confrontarsi anche con gli esperti indicati da noi, un parere totalmente di parte, non citando nemmeno una riga delle decine di pagine dei pareri depositati da LAV, che smontavano scientificamente il progetto in ogni suo punto: scandaloso che nulla del nostro lavoro trovi traccia nel documento della Fondazione.
Non ci fermeremo qui; abbiamo contribuito ad accendere i riflettori su quanto avviene dietro le porte chiuse dei laboratori, e noi faremo in modo che restino accesi. Non ci arrendiamo davanti al muro che protegge ciò che accade dietro le sbarre di quelle gabbie, che si ostina a promuovere gli stabulari come luoghi di benessere, non cederemo alle pressioni della campagna mediatica di parte che ci ha fatto oggetto di quotidiani attacchi (sono scesi in campo sperimentatori e persino senatori, riempendo i media delle loro argomentazioni, senza possibilità di replica), e renderemo noto tutto il lavoro fatto per sostenere le nostre argomentazioni, durato oltre due anni, compresi quei pareri scientifici ed etologici che continuiamo a ribadire, non sono stati sufficientemente valutati nell’autorizzazione del Ministero della Salute.

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