Al canile di Patti, i cani muoiono di stenti e da lì non esce nessuno: disperati i volontari

I volontari del canile di Patti, in provincia di Messina, sono esasperati e chiedono aiuto a chiunque li possa ascoltare.

Messina – I volontari ci scrivono e ci segnalano che il comune di Patti, sta letteralmente prendendo in giro i ragazzi che fanno il possibile per salvare i cani ma pare che il Sindaco Marco Aquino non sia intenzionato ad occuparsene nè a far entrare i volontari. Da qui i cani non escono vivi.

Siamo in Sicilia, ci scrivono i ragazzi, terra famosa in tutto il mondo per le sue bellezze naturali; precisamente siamo a Patti in provincia di Messina, comune situato di fronte lo splendido scenario delle isole Eolie, molto frequentato da turisti di tutto il mondo. Nonostante le nostre bellezze naturali, di cui andiamo orgogliosi e fieri è presente nel Comune di Patti un grosso neo di inciviltà e di ingiustizia che permane da anni e che non si riesce a risolvere.

Stiamo parlando di un canile, o meglio di un lager perché di questo si tratta, situato nei pressi di centri abitati, dove “vivono” centinaia di cani e gatti, taluni segregati in locali fatiscenti costretti a vivere al buio e tra i loro escrementi, cani malati, denutriti, spesso legati con corte catene sotto il sole cocente della Sicilia e senza un riparo dove consolarsi nei brevi ma freddi inverni. Alcuni sono reclusi nei trasportini a loro volta chiusi nelle varie stanze della casa di proprietà di una signora, proprietaria anche del terreno attiguo, sede di questo lager che continua ad alimentare tali sofferenze.

La signora da molti anni, esattamente dal 2006, è stata nominata dal Procuratore di Patti, custode giudiziario dei cani , nonostante sia stata denunciata per maltrattamenti, denuncia vana e risoltasi in seguito per decorrenza dei termini. La vita di questi animali si consuma proprio lì , a volte anche all’interno di un trasportino che li rende deformi ed anchilosati, fobici. Si tratta di povere anime innocenti.

“E mentre si succedono le varie amministrazioni comunali che continuano ad essere insensibili e latitanti, e , nonostante i sopralluoghi dei NAS, inviati dalla Procura, che certificano le penose condizioni , la situazione si mantiene inalterata, offendendo il senso di civilta’ della nostra terra” ci dicono i volontari. Sono intervenuti anche i Media, pur se in modo morbido, ma nulla cambia e così i cani, ivi detenuti, rimangono in attesa di morire per poi spesso essere seppelliti nello stesso lager in maniera del tutto irregolare determinando condizioni di rischio per la salute pubblica.

In considerazioni di tutto ciò Si invitano tutte le persone interessate, sensibili al problema, siano esse animalisti, associazioni, enti o semplicemente privati che vogliono aiutarci a porre fine a queste atroci sofferenze dei cani, di mettersi in contatto con noi tramite il gruppo Facebook L’urlo degli innocenti e contestualmente divulgare tale penosa realtà che offende non solo il vivere civile di noi tutti , ma calpesta la dignità ed il diritto alla vita di povere creature la cui unica colpa è quella di essere nati in un luogo dove il randagismo dilaga, in quanto non vengono rispettate le norme vigenti sulla sterilizzazione obbligatoria dei cani randagi ( Legge 15/ 2000).

 

I volontari chiedono che il Sindaco di Patti, Giuseppe Mario Aquino, si prenda le sua responsabilità e smantelli questo luogo malsano, sporco e non idoneo per i cani. Non si possono vedere in un canile comunale dei cani senza acqua nelle ciotole e al posto del cibo le feci che coprono interamente anche le strette aree dove sono costretti a vivere i cani.

Anche Striscia la Notizia ha documentato una realtà che sembra di altri tempi e di altri luoghi e che certamente non dovrebbe appartenere ad un paese civile. I volontari lanciano un appello e chiedono agli italiani di scrivere al Sindaco Aquino per esprimere la propria indignazione. I cani sono malati e sofferenti e i volontari vogliono poter lavorare per rendere la struttura decente e vogliono poter salvare i cani e dar loro la possibilità di trovare una famiglia. In questo lager i cani non possono più stare. Scrivete a:

[email protected]

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