Animal Equality filma il fermo dei camion carichi di agnelli in soprannumero: 20.000 euro di sanzione

Fermati 5 camion carichi di agnelli in soprannumero. 20.000 euro di sanzione ma gli animali hanno raggiunto il macello.

Roma – Per la seconda volta quest’anno, rilasciamo nuove sconvolgenti immagini che mostrano la reale condizione degli agnelli provenienti dall’Est Europa e destinati al mercato italiano. E’ l’annuncio di Matteo Cupi Direttore esecutivo di Animal Equality Italia, che ha documentato con un video girato dall’assaciazione, il fermo di cinque camion carichi di agnelli. La video denuncia è avvenuta grazie ad una collaborazione tra le forze dell’ordine, AnimalEquity, Animal Welfare Foundation ed Enpa e mostra le reali condizioni di viaggio dei tanti animali provenienti dai paesi dell’Est Europa, come Ungheria e Romania.

Gli agnelli viaggiano stipati sui camion, ammassati e costretti a camminare sulle proprie feci senza possibilità di avere cibo e acqua. Nel periodo natalizio infatti la richiesta di carne d’agnello è in crescita e l’industria della carne non si fa scrupoli a trattare gli animali nel modo più profittevole possibile.

I trasportatori sono stati fermati dalle volanti della Polizia Stradale, su segnalazione delle organizzazioni e hanno ricevuto una sanzione di 20,000 euro. Ma purtroppo il viaggio di questi animali è continuato verso la loro destinazione finale: il macello. Gravi le violazioni riscontrate, tra le quali sovraffollamento, animali feriti e svenuti, lettiere non a norma, viaggi eccessivamente lunghi.

Il viaggio degli agnelli importati in modo illegale e tra atroci sofferenze

Questa storia comincia in Romania, nelle zone di Romos, comune di 2000 anime della Transilvania. È da qui che, pochi giorni fa, è partito uno dei carichi più pesanti di giovani agnelli destinati al mercato italiano. A Romos si susseguono prati e campi, dove agnelli e pecore vivono prima di venire trasportati a forza verso l’Italia.

La maggior parte di loro proviene da aziende lattiero-casearie: vivono in luoghi dove il business principale è il latte di pecora e in quanto maschi non sono considerati utili al ciclo produttivo. Per questo nascono già con una destinazione: il macello.

Stipati su camion stracarichi, in condizioni igieniche precarie, seppelliti sotto le loro feci, alcuni agonizzanti, vengono trasportati verso l’Italia per essere destinati a finire sulle tavole per il consumo natalizio. Durante il trasporto, i volontari sono riusciti ad avvicinarsi e a filmare agnelli stremati, schiacciati, morenti sul fondo dei camion. Appena entrati in Italia – attraverso la Slovenia – i trasporti sono stati denunciati e la Polizia italiana ha potuto così controllare e fermare cinque camion con centinaia di agnelli.

L’agnello non ha spazio per rimanere in piedi. E’ stremato.

Sono numerose le violazioni commesse dalle ditte di trasporto e dagli allevatori. Questi gli illeciti:

  • Sovraffollamento: animali stipati e schiacciati contro il soffitto, senza alcuna possibilità di riposare o sdraiarsi;
  • Agnelli feriti, esanimi, svenuti e tremanti;
  • Animali di età differenti ammassati tutti insieme, senza alcuna considerazione delle esigenze e dei bisogni fisiologici che variano notevolmente in base alla fase di sviluppo degli animali, in particolare per gli agnelli ancora non svezzati;
  • Animali che non sono mai stati soccorsi o controllati durante l’intero tragitto;
  • Lettiera non a norma, sporca e non idonea ad assorbire le deiezioni degli animali, costretti a sdraiarsi in mezzo alle proprie feci, al freddo e senza possibilità di riparo;
  • Viaggi lunghissimi, non a norma rispetto alle esigenze degli agnelli ancora così giovani, che soffrono notevolmente queste condizioni e che, a causa dei camion non a norma, non possono abbeverarsi come invece previsto dai regolamenti europei;.

Circa un milione di agnelli vengono importati in Italia in occasione delle feste. Come se non bastasse, i viaggi terribili e interminabili verso la morte, secondo Animal Equality, oltre ad essere vergognosamente permessi, sono ancora troppo poco controllati.

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