Associazioni unite nel dire no al progetto di legge per reintrodurre lo spiedo bresciano

In caso di approvazione della legge, le associazioni richiederanno una procedura di infrazione alla Commissione Europea nei confronti dell’Italia.

Oggi il Consiglio Regionale della Lombardia, voterà il progetto di legge che mira a reintrodurre “una triste consuetudine gastronomica, attraverso l’uccisione e l’uso degli uccelli selvatici nel confezionamento dello spiedo servito dai ristoranti, promuovendo implicitamente un mercato potenzialmente illegale, esentasse e ad altissimo rischio sanitario per tutti i cittadini”.

Lo affermano in una nota le associazioni animaliste, ambientaliste e contro la caccia, in riferimento allo ‘spiedo bresciano’. “L’ipotesi di cessione gratuita della selvaggina ai ristoratori da parte dei cacciatori per il confezionamento di spiedi ‘tradizionali’ non è fiscalmente praticabile. Perché un ingrediente usato per piatti per i quali si chiede un compenso rientra automaticamente nel circuito economico, come il ‘coperto’, e diventa un prodotto che deve essere pagato”, – scrivono in una nota Avc-Cabs, Cai Lombardia, Gaia, Enpa, Gol, Grig, Lac, Lav, Legambiente Lombardia, Lipu, Pro Natura e Wwf, dicendosi “pronte” a richiedere la riapertura di una procedura di infrazione alla Commissione Europea nei confronti dell’Italia, nel caso in cui la legge sullo ‘spiedo’ dovesse essere approvata.

Oltre ai rischi conservazionistici, “se la legge dovesse essere approvata esporrebbe tutti i cittadini a gravissime ricadute dal punto di vista sanitario. C’è infatti da considerare che gli animali ceduti dai cacciatori ai ristoratori, sono esenti dall’obbligo di controlli sanitari. Per dare anche una dimensione concreta al rischio sanitario, se per ipotesi solo 10.000 dei 53.000 cacciatori lombardi fossero interessati alla cessione dei 150 uccelli l’anno previsti dalla legge in approvazione, ogni anno avremmo che circa 45 tonnellate di carne verrebbero distribuite negli esercizi pubblici senza alcun controllo sanitario”, proseguono le associazioni.”

“La domanda quindi – concludono – è se i rischi sanitari e l’apertura di una nuova procedura d’infrazione europea, rappresentino un pericolo sostenibile per la regione Lombardia, che i Consiglieri regionali si sentono di correre e far correre ai cittadini? E’ per questi motivi che le associazioni ambientaliste e animaliste si appellano ai consiglieri regionali perché respingano questo assurdo progetto di legge che ha il solo scopo di accontentare poche migliaia di cacciatori mettendo a rischio la fauna che è patrimonio di tutto il Paese e la salute di dieci milioni di cittadini lombardi”.

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