Vitus è il più famoso e grande orso Polare rinchiuso in uno zoo della Germania. E’ alto 3,60 metri e pesa 600 chilogrammi. Questo orso dello zoo di Neumünster, è in fondo a una lista crudele che sta suscitando scalpore tra gli amanti degli animali. Si tratta di un piano per combattere l’emergenza economica a causa del coronovirus che specifica l’ordine in cui gli animali del parco verrebbero uccisi, qualora la fornitura di cibo non fosse più possibile a causa della crisi.
La direttrice dello zoo Verena Kaspari, descrive questo processo come il “l’ultima delle scelte”. “Ma se un fornitore di mangimi non potrà più consegnare cibo durante la crisi o lo zoo rimane senza soldi per acquistare alimenti, allora vorrei macellare gli animali per nutrire altri animali”, – ha detto candidamente la Kaspari in un’intervista con l’agenzia di stampa della DPA.
“Le entrate sono attualmente completamente perse perché nessun visitatore è autorizzato a venire. Le donazioni e le sponsorizzazioni di animali sono assenti perché molti privati e aziende hanno preoccupazioni finanziarie durante questa crisi. Allo stesso tempo, i costi di alimentazione e cura degli animali continuano.”
Animali come merce da smaltire
Lo zoo di Neumünster è un chiaro esempio di come la vita degli animali portati via dal loro habitat e sfruttati come forma di guadagno, valga meno di nulla quando a parlare sono i soldi. Tuttavia, le richieste dagli animalisti che da anni chiedono la chiusura degli zoo non sono mai state prese in considerazione in nessuna parte del mondo.
“Nello zoo di Hannover, la stagione estiva tradizionalmente iniziava lì il 21 marzo. I ristoranti all’interno dello zoo erano stati rinnovati e dovevano essere inaugurati. Di solito i visitatori in questo periodo accorro per guardare i primi cuccioli nati. Tutto era già pronto ma all’ultimo momento, abbiamo dovuto annullare l’inizio della stagione a causa della pandemia del coronavirus e rimandarlo a un tempo sconosciuto” – ha detto Andreas Michael Casdorff, amministratore delegato dello zoo di Hannover.
Il fermo degli zoo protegge gli animali dal virus
La chiusura degli zoo protegge gli animali dal virus: ad esempio, una tigre in un parco di New York si è ammalata di coronavirus dopo essere stata a stretto contatto un custode infetto. I sintomi – tosse secca e perdita di appetito – successivamente sono comparsi gli stessi sintomi in altri animali in recinti vicini. Tuttavia, non sono stati testati per il virus perché sarebbe stata necessaria l’anestesia e anche quella ha un costo.
Giustificazioni assurde
L’etologa Jörg Luy, ha invece detto che –“Ogni forma di uccisione di animali è irrispettosa, non avviene mai eseguita con una buona dose di sentimento ed è sconvolgente che gli animali nei parchi debbano rientrare in una lista che stabilisce l’ordine dei massacri.”
Ancora una volta l’uccisione gli animali negli zoo provoca reazioni indignate. E’ ancora forte il dolore per il caso della giraffa Marius che nel 2014 fu uccisa nello zoo di Copenaghen per essere data in pasto ai leoni. Alcune settimane dopo, lo zoo uccise altri quattro leoni, tra cui due cuccioli, per fare spazio ad altri animali da riproduzione.
“Non è così semplice come sembra, – dice giustificando la sua lista la direttrice dello zoo di Neumünster – perché uccidere un animale in alcuni casi è persino obbligatorio per motivi di benessere degli animali. Certo, potresti anche provare a vendere animali ad altre aziende in anticipo ma non è così facile con tutti gli animali. L’orso polare Vitus, ad esempio, non puoi semplicemente metterlo in una scatola e trasportarlo altrove”, – ha affermato la Kaspari.
Ora i gestori dello zoo tedesco contano nelle donazioni. Altri parchi di animali avevano promesso di fornire pesce e carne allo zoo di Neumünster. Rimane il fatto che se nessuno andasse a visitare gli zoo, gli animali non verrebbero trattati come semplici oggetti di cui liberarsi.
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