Uccise nelle isole Faroe 175 balene pilota: il mare come ogni anno, si è tinto di rosso sangue

Un cacciatore ha sparato al drone che riprendeva il crudele massacro.

I cacciatori delle Isole Faroe, in Danimarca, come ogni anno, hanno tinto il mare di rosso con il sangue di 175 globicefali uccisi. Gli animali sono stati circondati e messi all’angolo in una zona poco profonda mentre venivano attaccati con coltelli, lance e altri oggetti perforanti.

Un uomo ha persino sparato con un fucile a un drone inviato dagli attivisti di Sea Shepherd per documentare la carneficina, noto come Grindadrap o Grind in faroese. Secondo l’associazione, la pratica, che ha ucciso più di 6.500 balene e delfini negli ultimi dieci anni, è insostenibile e “barbarica”. All’alba di domenica, i cacciatori hanno hanno afferrato strumenti come arpioni, lance e coltelli. Poi sono saltati in fretta su circa 20 barche da dove hanno sparato per mettere all’angolo il branco di balene indirizzandole verso la spiaggia di Leynar. Lì hanno ucciso 52 globicefali.

Solo qualche ora dopo, altre 123 balene sono state uccise dai cacciatori che le aspettavano sulla spiaggia.

Le riprese effettuate da un drone di Sea Shepherd mostrano una barca che naviga su un branco di globicefali nel tentativo  di spingerli a riva. Il drone si è avvicinato alla nave, mostrando balene esauste che si agitano nell’acqua. A quel punto si vede un uomo con un fucile che punta la canna verso il drone e spara. Sea Shepherd ha detto che si trattava del capocaccia. Un proiettile di piombo è andato dritto al centro del drone. Nonostante ciò, gli attivisti sono riusciti a recuperare il filmato.

Sea Shepherd ha detto che l’incidente è oggetto di indagine da parte della polizia. Gli attivisti per i diritti degli animali operano nelle Isole Faroe fin dai primi anni ’80, intraprendendo azioni dirette contro la Grind con le proprie barche.

La legge è dalla parte dei cacciatori

Tuttavia, nel 2015, i cambiamenti nella legislazione hanno impedito a qualsiasi barca di Sea Shepherd di interrompere la caccia e quindi hanno lanciato un equipaggio di terra per affrontare il Grind documentandolo con fotografi a distanza e droni in aria.

Robert Read, Direttore delle Operazioni di Sea Shepherd, ha dichiarato: “Il grindadráp è una reliquia barbara di un’era passata. Una caccia inutile a centinaia di globicefali e delfini che sarebbe dovuta terminare un secolo fa e che non serve per sfamare nessuno sulle isole”.

Una volta individuata una balena, i faroesi spesso guidano gli animali per ore con imbarcazioni da diporto, barche da pesca e talvolta anche moto d’acqua insieme, creando un “muro sonoro” con i loro motori delle barche per costringere gli animali verso la baia a morte.

Uomini che aspettano in acque poco profonde trascinano balene vive con corde attaccate a ganci arpione che infilano nelle bocche delle balene.

Gli assassini che rimangono più vicini alla riva, cercano di tagliare il midollo spinale della balena con una lancia e poi infieriscono con un coltello per tagliare il collo dell’animale. Può volerci molto tempo prima che le ultime balene e gli ultimi delfini vengano uccisi, dimenandosi in acque insanguinate mentre le barche bloccano qualsiasi fuga.

Il Servizio Veterinario delle Faroe ha calcolato che la durata media dell’uccisione durante le cacce grindadráp è di 12,7 minuti, anche se il personale di Sea Shepherd afferma che spesso l’uccisione dura ben più di 20 minuti.

LASCIA UN COMMENTO