Testimone alle IENE racconta la crudeltà della caccia alla volpe con i cani: vengono sbranati anche i cuccioli

Pastiglie di zolfo, tagliole e mini scavatori che schiacciano le volpi dentro alla loro tana. Una guardia ittico venatoria racconta la caccia più crudele che ci sia.

È la caccia più spietata che esista e uccide mamme e cuccioli senza nessuna pietà. Si tratta della caccia alla volpe in tanta con l’aiuto dei cani. Ne ha parlato un testimone a volto nascosto ai microfoni delle IENE che ha definito questa caccia una vera e propria tortura. 

Il bracconiere è un delinquente perché commette reati contro il patrimonio di tutti” – ha detto la guardia. Eppure data la crisi economica, il bracconaggio è in netto aumento. Il testimone spiega poi che cos’è la caccia in tanta con i cani. Quando vengono utilizzati i cani la lotta è molto crudele e può durare parecchi minuti. I bracconieri vedono la volpe come una nemica che preda gli stessi animali a cui loro vorrebbero sparare. Un desiderio psicotico di massacro invade le loro menti contorte. 

Una caccia spietata che punta a stanare e uccidere non solo gli animali adulti, ma anche i cuccioli. “La caccia alla volpe è lecita in determinati momenti dell’anno, quella che avviene tra la tarda primavera e l’inizio dell’estate non lo è affatto. La caccia in tana è la modalità più cruenta perché c’è un combattimento tra animali che è vietato dal codice penale”. I cani vengono mandati nei cunicoli sotterranei, la volpe tende a fuggire all’esterno dove ad attenderla ci sono i cacciatori. Solitamente è proprio il cane a portare la volpe fuori dalla tana trascinandola per la coda. Così non ha proprio via di scampo.

Morire fucilati o sbranati da un branco di cani non è la stessa cosa”, -spiega la guardia venatoria. “Anche perché vengono aizzati in maniera furibonda verso gli animali. E se i cunicoli dovessero essere troppo stretti per il cane? Esiste un altro metodo ancora più cruento: i bracconieri utilizzano dei piccoli escavatori per distruggere le tane. “È come morire sotterrati dalle macerie della propria casa”.  

“Un altro modo per far morire le volpi, sono le pastiglie di zolfo che vengono gettate nei cunicoli e creando asfissia fanno fuggire all’esterno la volpe che viene subito fucilata. Poi ci sono le tagliole, vere e proprie trappole mortali per i cuccioli. Attorno ai 30/40 giorni di vita per loro inizia la fase delle esplorazioni, queste vengono nascoste all’ingresso delle vie di fuga della tana. I cuccioli passandoci sopra le attivano rimanendo bloccati con le zampe.”

“Immaginate la sofferenza degli animali imprigionati qui per ore e giorni. Alcuni animali pur di liberarsi si mangiano gli arti bloccati dalla trappola”, -continua la guardia che solo in alcuni casi è riuscita a salvare la vita agli animali feriti. Alle tagliole si aggiungono i lacci in acciaio che vengono lasciati lungo i sentieri, quando la volpe passa all’interno attiva la corda che si stringe attorno al suo collo. In questo caso la morte è assicurata per sete.

Ma che cosa c’è dietro questa caccia alla volpe così spietata? “Stanno attaccando determinate specie non per un pericolo, ma per un interesse economico”,- spiega il testimone. – “Basti pensare che la provincia di Brescia per ogni capo ucciso dava fino a 40 euro di indennizzo ai cacciatori. C’è chi pur di assicurarsi questi soldi uccideva volpi nei periodi non consentiti e poi congelava le carcasse per consegnarle quando la caccia era consentita”.

La guardia si rivolge poi al governo – “Sarebbe da chiedere l’abolizione della caccia in tana, qui si va a dare la caccia ai cuccioli”.  Nel frattempo la LAC ha dato il via ad una petizione che ha già raccolto più di centomila firme e che puoi firmare anche tu.

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