In Italia si percepiscono già temperature primaverili fuori stagione ma per renderci conto degli effetti impressionanti del caldo anomalo, dobbiamo dare uno sguardo a ciò che sta accadendo in Antartide dove la situazione diventa ancora più preoccupante: si sono toccati i 20 gradi. Per la prima volta nella storia, sull’isola di Seymour i termometri hanno segnato 20.75 gradi. I paesaggi sono scoperti di neve e lo scenario da bianco ora è marrone, con distese di terra senza più neve.
La mancanza di neve sull’isola di King George, situata in un arcipelago a nord dell’Antartide, ha sorpreso i ricercatori della base del professor Escudero, dell’Istituto cileno antartico. “È la prima volta che vediamo un’impressionante carenza di ghiaccio”, – afferma in un video Erasmo Macaya, biologo marino dell’Università della Concepción del Cile. “E’ un fenomeno che si è intensificato grazie alle ondate di calore che stiamo vivendo dalla fine di dicembre”, – spiega Marcelo Leppe, Direttore dell’Istituto.
I pinguini disorientati, camminano sulle rocce e la loro popolazione è diminuita del 60% perché non trovano più il krill, il gambero tipico principale fonte di sostentamento dei pinguini.
Caldo e pesca stanno uccidendo anche i pinguini
E a dare man forte alla scomparsa dei crostacei, è anche la pesca industriale. Per Greenpeace, sarebbe importante istituire una rete globale di santuari marini, tra cui quello nell’Oceano Antartico. Tornando al krill, questo piccolo crostaceo di cui si cibano pinguini, balene e foche, ora nell’Antartide sta scomparendo. Tanti pescherecci provenienti da Norvegia, Corea del Sud e Cina si trovano a pescare sempre più vicini alle coste.
Il krill viene pescato anche per essere trasformato in integratori alimentari, come ad esempio le capsule di Omega 3 e per creare mangimi per l’acquacoltura o per gli animali domestici. “L’industria della pesca al krill in Antartide si presenta con una faccia pulita ma la realtà è alquanto torbida” – ha spiegato Frida Bengtsson, portavoce di Greenpeace in difesa dell’Antartide – “La pesca avviene nei pressi delle aree di alimentazione di balene, pinguini e altri animali a rischio. È una lotta all’ultimo sangue per il cibo con specie che vivono in un’area soggetta a pericolosi mutamenti. C’è già il cambiamento climatico a ridurre il krill non ci vorrebbe proprio la pesca”.
Greenpeace da tempo chiede la sospensione della pesca di krill ma la Commissione per l’Oceano Antartico non ha ancora creato delle aree protette per salvare gli animali anche dai turisti che disturbano le colonie in periodo di nidificazione. Esistono 18 specie di pinguini ma quello più conosciuto e che vive nell’antartico, il pinguino imperatore, per i motivi citati, è ora a rischio di estinzione.
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