Soppresso in gran segreto un cavallo del Palio di Asti per nasconderlo agli animalisti

cavallo Doctor Cini
Cavallo Doctor Cini. Foto La Repubblica

Un cavallo si infortuna al Palio d’Asti, i veterinari decidono che non è possibile operarlo e già alle dieci di sera di domenica 20 settembre, d’accordo con i proprietari, lo anestetizzano e lo sopprimono.

Fin qui, la storia potrebbe essere solo una delle tante, tristi storie che ormai da anni spingono gli animalisti a chiedere di vietare le gare come quella di Siena e, appunto, di Asti.

Invece, la morte di Doctor Cini, il cavallo del rione San Secondo che aveva come fantino Dino Pes e che l’aveva “scosso” sbattendo contro le pareti imbottite, è stata tenuta segreta dall’intera città.

Con qualche dichiarazione fasulla, come quella del rettore di San Secondo Maurizio Bertolino, che martedì ha dichiarato “per il momento la situazione del cavallo si presenta stabile, non ci resta che aspettare e sperare”, mentre il presidente della commissione veterinaria del Palio, Fulvio Brusa, confermava l’avvenuto intervento.
Inutilmente Nadia Zurlo, la responsabile dei cavalli all’interno della Lav, continuava a postare su facebook comunicati e a telefonare a tutte le istituzioni coinvolte.

Doctor Cini, che al Palio era però chiamato Davide Umberto è il quattordicesimo cavallo che muore al Palio d’Asti, dopo che nel 2013 un animale si era rotto la spina dorsale. “E’ una cosa delicata – commenta un ex Capitano del Palio, Paolo Raviola – che forse si voleva attendere a rendere pubblica.

La nostra pista è sicura, i cavalli galoppano in modo certo meno innaturale che nelle corse a ostacoli. Purtroppo questi incidenti possono succedere, ma gli astigiani amano i cavalli e non vogliamo ritrovarci a chiudere la manifestazione per via delle proteste degli animalisti”.

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