Erano dirette al macello le mucche che viaggiavano nel TIR che ieri mattina ha preso fuoco nel tratto dell’A1 della Milano-Napoli, tra Orvieto e Fabro. Alle sei del mattino, le mucche si sono ritrovate avvolte da fiamme e fumi per cause ancora da accertare. Gli animali intrappolati con gli occhi sbarrati dal terrore, hanno cercato disperatamente di avvicinare il muso alle feritoie per cercare di aspirare un po’ d’aria pulita e per urlare la loro disperazione. Bloccate nel container metallico con urina, letame, elevati livelli di ammoniaca e dall’avanzare del rogo, una decina di mucche non hanno trovato scampo. Sono morte ancor prima di essere macellate, nessuno le ha liberate da quell’inferno di fiamme mentre il conducente del mezzo pesante che ha potuto scendere dal TIR, è rimasto illeso.
Ogni giorno cinque milioni di animali definiti da “reddito”, viaggiano in tutto il mondo diretti verso la morte a bordo di navi o camion. I viaggi possono durare ore, giorni o settimane in condizioni drammatiche. Durante i trasporti la salute psico-fisica degli animali subisce un down improvviso. Stipati in spazi angusti, soffocati dal troppo caldo o raggelati dal troppo freddo, percorrono il loro viaggio dell’orrore con il rischio di subire incidenti durante il tragitto. Da anni le associazioni chiedono ai governi una regolamentazione in merito per ridurre la sofferenza degli animali. I macelli in prossimità e i progressi delle tecnologie di refrigerazione, potrebbero essere la soluzione ma è un costo in più che la filiera della carne non vuole sostenere. Esiste una soluzione più efficace e assolutamente incisiva: scegliere di non mangiare animali evitando in questo modo di essere complici dei terribili viaggi verso la morte.
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