Si chiama Jan Casimir Seski, il secondo medico dopo Palmer, che uccide i leoni dello Zimbabwe

seski1E’ il secondo medico americano al centro di un’indagine sulla caccia illegale nello Zimbabwe. Si chiama Dr. Jan Casimir Seski, ha 68 anni e questa volta non è un dentista come il Dr. Palmer, killer del leone Cecil, ma un ginecologo Direttore di Oncologia Ginecologica presso Allegheny General Hospital di Pittsburgh, in Pennsylvania, il che è anche peggio, vista la sua bramosia di uccidere meravigliose vite innocenti, viene da pensare: chissà quale sentimento e che scarica di adrenalina percepisce di fronte ad un aborto spontaneo o non, di una donna in stato di gravidanza.
“Il bravo” Dott. Seski è accusato di aver ucciso un leone in una caccia illegale nel mese di aprile al Parco Nazionale di Hwange, nello Zimbabwe e le sue guide sono già state arrestate per questo crimine nel Paese africano. Uno degli arrestati Headman Sibanda sta aiutando la polizia con le indagini. A riferirlo sono le autorità dello Zimbabwe.
Il Dr. Seski si fa fotografare con una serie di animali morti tra cui elefanti, ippopotami, zebre, struzzi, impala, antilopi, bufali d’acqua cuccioli vari e c’è anche un caracal. Un club di caccia sul web sostiene che l’uomo abbia ucciso almeno sei elefanti.

Il trophy hunters non solo è il presunto assassino di un leone africano, ma è anche un membro dell’Alaska Bow Hunting Society che mostra tutti i loro iscritti, in posa con elefanti, ippopotami e altri animali appena uccisi che giacciono ai loro piedi. Seski è un bow hunter; significa che caccia gli animali con arco e frecce, invece che con il fucile.
Per fortuna, da sabato scorso l’autorità della fauna selvatica dello Zimbabwe ha annunciato di aver sospeso la caccia con freccia nella zona di Hwange.

Dr. Jan Casimir Seski

Rimane il problema che ricchi e frustrati cacciatori benestanti si spostano dall’occidente all’Africa, pagando fior di quattrini pur di portarsi a casa il loro macabro trofeo.
L’anno scorso, più di mille rinoceronti sono stati uccisi in Sud Africa, le popolazioni di elefanti sono crollate del 66% in soli cinque anni e l’esportazione di leoni come “trofei” è aumentata considerevolmente. I cacciatori si portano a casa teste e corpi di animali da impagliare come portare a casa noccioline.

Ma diciamola tutta, se il trasporto dei trofei non fosse permesso, metà del problema forse sarebbe risolto.
Delta Air Lines è una delle più grandi compagnie aeree del mondo, ed è l’unico vettore statunitense con servizio diretto in Sud Africa e quindi si trova in una posizione chiave per aiutare a proteggere queste e altre popolazioni di animali selvatici vulnerabili da ulteriori pratiche di caccia e di bracconaggio.
Per questo motivo è stata avviata un petizione che ha già raccolto più di 390.000 firme e che chiede lo stop al trasporto dei trofei da caccia sui voli Delta Air Lines.
Firma anche tu cliccando qui.

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