La scienza non può e non deve essere svincolata dall’etica, altrimenti diventa una forma di totalitarismo che purtroppo abbiamo ben conosciuto negli anni più bui del ‘900. Quando proprio in nome della scienza sono stati compiuti e motivati i peggiori crimini dell’uomo contro se stesso, contro gli animali, contro l’ambiente». Così l’Ente Nazionale Protezione Animali si è espresso sulla clonazione di due macachi in Cina.
Si chiamano Zhong Zhong e Hua Hua i due macachi cinomolgo, nati otto e sei settimane fa. La loro particolarità è quella di avere lo stesso identico materiale genetico senza essere gemelli naturali. Perché sono stati appena clonati in laboratorio da un’équipe di scienziati del Chinese Academy of Science Institute of Neuroscience di Shanghai, coordinata da Qiang Sun, mediante la cosiddetta tecnica del trasferimento nucleare di cellule somatiche. La stessa con cui, nel 1996, venne “prodotta” la pecora Dolly, la prima clonazione della storia.
“Parlare in questo caso di progresso e di passi avanti per la ricerca scientifica” – specifica ENPA,- “ci sembra del tutto fuori luogo. La clonazione dei primati, oltre ad essere eticamente inaccettabile, avviene nel solco di un metodo, la sperimentazione animale, che sempre più spesso viene messo in discussione dagli stessi scienziati. Il vero obiettivo di questa operazione dunque sembra essere quello di creare, come è stato detto, un esercito di animali con cui riempire i laboratori, naturalmente, e con cui macinare profitti”.
Insomma, invece di puntare su filoni di ricerca molto più promettenti, come i modelli di simulazione computerizzata o le coltivazioni cellulari in laboratorio (con questo sistema la Johns Hopkins di Baltimora ha sviluppato mini-cervelli umani) una parte del mondo scientifico continua a seguire strategie anacronistiche e controproducenti, vista la differenza biologica tra un organismo animale e uno umano. E, di conseguenza, l’impossibilità di trasferire tout court all’uomo i risultati degli esperimenti condotti su topi, cani e primati.
«Dal punto di vista etico, la clonazione dei macachi rappresenta un’aberrazione, pure in considerazione delle sofferenze che, con la gestazione forzata, vengono inflitte alle “mamme dei cloni”. Ed è proprio per evitare queste sofferenze che, in un altro settore, quello dell’allevamento, due anni fa il Parlamento Europeo ha messo al bando la clonazioni di animali. Dal punto di vista scientifico, tale invece, rappresenta un preoccupante e pericoloso salto a ritroso nel tempo. Ma in fondo – conclude Enpa – forse la sperimentazione e la ricerca di nuove terapie sono solo pretesti per legittimare esperimenti fuori controllo di apprendisti stregoni. E a quel punto non ci saranno più frontiere né limiti»
Lo stesso direttore del Laboratorio di Biologia dello Sviluppo dell’Università di Pavia, Carlo Alberto Redi, in un comunicato ANSA ha detto: -“oggi abbiamo gli strumenti per clonare l’uomo, ma questo non significa in automatico che sia una via praticabile. Nelle clonazioni più facili, come quelle di topo, si ottiene un successo ogni 20-30 tentativi: spesso gli animali nascono con problemi neurologici e altra patologie, come la sindrome degli organi dilatati. Per far nascere le due scimmie i ricercatori cinesi hanno dovuto fare un numero ancora più elevato di tentativi”. Si può facilmente immaginare, – ha aggiunto, – che per clonare l’uomo” servirebbero centinaia di ovuli, difficili da reperire senza mettere a rischio la salute delle donne donatrici. E poi rimane il rischio che i bambini clonati nascano malati e con problemi neurologici.
Insomma quello delle scimmie clonate, è un ulteriore inutile “giochino” della sperimentazione animale la cui utilità sarà solo quella di aver creato degli esseri viventi manipolati dall’uomo.
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