Restrizioni coronavirus: portare fuori il cane e prestargli cure rientrano nelle azioni necessarie

Portare fuori il cane anche in questi giorni di emergenza è una necessità ma vanno rispettate le regole.

Malgrado le restrizioni imposte ortare fuori il cane è necessario così come poterlo dal vaterinario qualora non stia bene. Ciò non significa che dobbiamo fare ore di camminata o bivacchi a lunga durata. La Protezione Civile inoltre, consiglia di far sgambare il proprio cane non lontano da casa.  Tuttavia portare fuori il cane rientra nelle azioni necessarie permesse dalla Direzione Generale Della Sanità Animale e dei Farmaci (DGSAF). 

La questione è meglio spiegata da Gianluca Felicetti Presidente di LAV, che spiega – Il Ministero della Salute ha diffuso una Nota di aggiornamento alla precedente del 2 marzo.

Cosa prevede?

-Specifica che le attività veterinarie sono permesse se motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità, con le accortezze dovute per tutti i cittadini e gli operatori sanitari e ovviamente con l’autodichiarazione.
-Specifica che “sono consentite le attività di accudimento e gestione degli animali presenti nelle strutture zootecniche autorizzate/registrate dal servizio veterinario ivi compresi canili, gattili e l’accudimento e cura delle colonie feline e dei gatti in stato di libertà garantite dalla Legge 281/91.”
-Specifica che “si ritiene inoltre opportuno sottolineare che gli spostamenti relativi alla cura degli animali di affezione rientrano nell’ambito della deroga relativa ai motivi di salute, in quanto sono da estendersi anche alla sanità animale, in conformità delle disposizioni previste dai su citati DPCM”.

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