Oleodotto bloccato in USA e vittoria finale dei Sioux

WASHINGTON SQUARE, NEW YORK, UNITED STATES - 2016/09/09: New York Activist groups stand in solidarity and to show support for the Standing Rock Sioux #NoDAPL in their fight to protect the land and water as the Obama administration said it would not authorize construction on a critical stretch of the Dakota Access pipeline, handing a significant victory to the Indian tribe fighting the project the same day the group lost a court battle. (Photo by Erik McGregor/Pacific Press/LightRocket via Getty Images)

Dopo mesi di battaglie il genio militare dice no all’oleodotto in Nord Dakota

NEW YORK – Vittoria per i Sioux. Il genio militare americano ha bocciato l’attuale percorso previsto per l’oleodotto in Nord Dakota, contro cui da mesi i nativi americani si stanno battendo. Proprio in seguito alle proteste il progetto era stato fermato dall’amministrazione Obama per permettere allo Us Army Corps of Engineers di esprimersi. I nativi hanno sempre sostenuto che l’oleodotto è un enorme rischio per l’ambiente e per le falde acquifere della loro riserva.

L’oleodotto, infatti, doveva passare sotto un bacino acquifero del fiume Missouri, per collegare il Nord Dakota con il Sud Dakota e l’Iowa, fino a raggiungere la stazione di carico nell’Illinois, attraversando in tutto quattro stati.

Il progetto, dal costo di circa 3,8 miliardi di dollari, è stato fortemente osteggiato dai Sioux che oltre a temere per eventuali contaminazioni delle riserve idriche sostenevano che si trattava di una grave profanazione delle terre sacre degli avi, quelle praterie dove generazioni di loro antenati hanno vissuto, cacciato i bisonti e trovato sepoltura. La società costruttrice, la texana Energy Transfer Partners, sostiene invece che l’oleodotto porterà milioni di dollari all’economia locale e sarà più sicuro di tutti quei camion e convogli ferroviari spesso al centro di incidenti pericolosissimi per l’uomo e per l’ambiente. (ANSA)

LASCIA UN COMMENTO