Olanda finanzia la ricerca alternativa: sarà il Paese più avanzato in materia di test senza uso di animali

no animal tedtingPositivo il giudizio di LAV al governo dell’Aja che propone di investire sui test che non coinvolgono gli animali

Ogni anno in Olanda sono circa mezzo milione gli animali impiegati in esperimenti scientifici, di cui circa la metà a scopi scientifici, un terzo per la produzione e test di farmaci, il resto per valutare sostanze pericolose e a scopo di formazione.
L’Olanda aspira a diventare il Paese più avanzato in termini di ricerca senza test sugli animali, entro il 2025
Ne ha dato notizia Sharon Dijksma, Ministro dell’agricoltura olandese, spiegando che il fondo sarà aperto ai ricercatori che vogliono sviluppare tecniche per testare farmaci e altre sostanze senza usare animali. Il piano è quello di finanziare i costi di partenza della ricerca “alternativa”, per poi coinvolgere il settore privato.
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“L’Italia non sia fanalino di coda nel panorama internazionale, nel sostenere concretamente lo sviluppo della ricerca senza impiego di animali”: è il commento della biologa Michela Kuan, responsabile Vivisezione della LAV-Lega Anti Vivisezione – presente proprio in queste ore in Olanda per un meeting con Eceae (Eurpopean Coalition to And Animal Experiments – che plaude alla proposta di creare un nuovo fondo di investimento per sviluppare la ricerca senza impiegare test sugli animali.
“E’ significativo che l’Olanda aspiri a diventare il Paese più avanzato in termini di ricerca senza test sugli animali entro il 2025, secondo quanto riferito a mezzo stampa – prosegue Michela Kuan – Si tratta di un’evoluzione scientifica e culturale in atto da tempo e inevitabile che in Olanda nasce da motivazioni etico/culturali perché la sensibilità e la coscienza dei cittadini nei confronti degli animali è così aumentata negli ultimi anni che non è più possibile non tenerla in considerazione. Una sensibilità che si è evoluta anche in Italia, che ha basi etiche e solidissime ragioni scientifiche: nessun animale, infatti, può essere modello sperimentale per altre specie animali e per l’uomo”.

La LAV sostiene concretamente i metodi di ricerca sostitutivi, per questo ha scelto di finanziare lo sviluppo di protocolli sperimentali che sostituiscono l’attuale uso di animali, o parti di essi, nella ricerca: pochi giorni fa l’Associazione ha devoluto 20.000 euro all’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova, per la creazione di due borse di studio dedicate ad avviare la linea di ricerca cellulare HUVEC (Human Umbilical Vein Endothelial Cells – Cellule Endoteliali della vena ombelicale umana), utile per lo studio della formazione di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi – che alimenta il cancro) e delle funzioni delle cellule endoteliali.

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La banca cellule dell’IRCCS, azienda ospedaliera universitaria San Martino – Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova, è un punto di riferimento a livello nazionale per la fornitura ai ricercatori di cellule umane di qualità garantita.

Una linea cellulare primaria molto utilizzata è proprio la HUVEC (Human umbilical vein endothelial cells – Cellule endoteliali della vena ombelicale umana). Le cellule, isolate dal cordone ombelicale di donne che lo abbiano volontariamente messo a disposizione della ricerca, possono essere utilizzate solo per pochissimi “passaggi”, rendendo quindi costantemente necessario produrne di nuove. Con l’aiuto della LAV la Banca cellule potrà attivare questo progetto e produrre, validare e distribuire una linea HUVEC, oltre a sostenere “una cultura della donazione dei tessuti” fondamentale per il coinvolgimento e la sensibilizzazione dei cittadini che devono essere protagonisti attivi di una nuova scienza.

Tale finanziamento, è stato possibile grazie al contributo dei tanti cittadini che hanno scelto di devolvere alla LAV il 5×1000, aiutando l’Associazione a fare ogni giorno passi in avanti per una ricerca etica, innovativa e utile per i cittadini. “L’auspicio è che da parte del governo italiano, da parte di Enti di ricerca e da parte di privati giunga il massimo sostegno verso questo settore così innovativo della ricerca senza uso di animali, attraverso finanziamenti e valorizzando il grande lavoro scientifico in atto in questo ambito della ricerca che può essere davvero utile per i malati, senza uccidere animali”, conclude Michela Kuan.

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