Nel porto di Ancona sono state pescate centinaia di guanti e mascherine

La barca Pelikan adibita alla pulizia degli specchi d'acqua ha recuperato centinaia di mascherine e di guanti dispersi nell'ambiente.

Gli effetti del Coronavirus si vedono anche nell’inquinamento del Mare. Sono tantissime le mascherine e i guanti raccolte ieri mattina dal Pelikan, l’imbarcazione antinquinamento che opera nello specchio acqueo del Porto di Ancona. Un rifiuto rarissimo prima, preponderante oggi. “Si parte sempre dall’acquisto e uso di un prodotto da parte dell’uomo e nella pessima abitudine, una volta terminatone l’utilizzo, dell’errato smaltimento di quello che prima era un bene di necessità e che si trasforma, poi, in rifiuto. Ed ecco che, come sempre accade, un pessimo comportamento a terra si ripercuote in mare a dimostrazione che il pianeta e l’ambiente sono in continuo dialogo fra gli elementi terra, acqua e aria”, – riferisce Paolo Baldoni CEO di Garbage Group.

La causa di tutto questo è sempre la stessa “La totale incuria ed egoistico menefreghismo nei confronti della collettività e dell’ambiente. A 40 giorni dall’emergenza pandemica che ha investito il Paese – sottolinea Baldoni -, un rifiuto come mascherine e guanti prima inesistente è oggi fortemente presente su quanto raccolto dal Pelikan.”

Il Pelikan, va ricordato, è una barca da lavoro per la pulizia degli specchi acquei dai rifiuti solidi galleggianti, semisommersi ed oleosi. “Un’innovazione di valore altamente specializzata che opera attraverso la riprogettazione di tutti i componenti tecnologici, l’utilizzo di materiali ecocompatibili e di prodotti biologici che rendono il Pelikan un battello efficiente e ad impatto zero sull’ecosistema. La sua missione è la difesa del nostro mare”.

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