Mozambico, rangers malmenati da una banda di bracconieri di rinoceronti: volevano ucciderli

Mozambico – attaccati con un’ascia, pugnalati con una bottiglia rotta: queste foto mostrano le terribili ferite inflitte ad un gruppo di rangers anti-bracconaggio americani che operano in Mozambico.

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Una pattuglia anti-bracconaggio è stata attaccata, da un gruppo di 60 persone mentre cercavano di prendere due sospetti bracconieri lo ha riferito lunedì  il fondatore di International Anti Poaching Foundation (IAPF).

Il fondatore di IAPF Damien Mander, ha detto che l’attacco subito dai bracconieri ha provocato in lui una “profonda rabbia”. I rangers avevano una scorta di polizia quando sono giunti in un villaggio in cui dilaga il bracconaggio. Ma nel momento in cui sono stati attaccati, gli ufficiali a quanto pare, sono fuggiti a gambe levate.

Uno dei tre ranger è rimasto steso a terra in uno stato di incoscienza. Un altro è stato colpito alla testa con un’ascia e pugnalato al collo con una bottiglia rotta, è salvo per miracolo.

Un agente di polizia fuori servizio ha protetto gli uomini e probabilmente è stato proprio lui ad aver salvato loro la vita. Dopo le cure necessarie, tutti e tre  i rangers sono stati dichiarati fuori pericolo, ma ci vorrà molto tempo affinchè possano riprendersi completamente, ha detto  Mander.

“Non siamo solo in prima linea per la lotta alla salvaguardia del rinoceronte, cerchiamo anche di contrastare ogni forma di bracconaggio”.

Nel mese di giugno, la Fondazione ha scoperto una banda di bracconieri con presunti collegamenti di traffico di rinoceronte. A quel punto la gang ha fatto irruzione al campo base ed ha attaccato le case di coloro che operano contro il bracconaggio locale. Un certo numero di rangars anche in quell’occasione sono stati colpiti e feriti in modo grave.

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Malgrado sia faticoso e pericoloso difendere questi animali meravigliosi, Mander ha dichiarato che la presenza dei rangers nel territorio, ha avuto un impatto significativo per la riduzione del flusso di bracconieri provenienti dalla zona del Kruger National Park ma c’è ancora tanta strada da fare per debellare la triste “piaga” del bracconaggio.

 

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