Ministro Costa a Fugatti: “gli orsi non si uccidono, cercherò di fermare l’ordinanza di abbattimento”

Il ministro Costa cercherà in tutti i modi di fermare Fugatti e di rendere nulla la sua ordinanza che prevede l'uccisione dell'orso.

“La mia posizione è sempre stata la stessa, e non è cambiata” – ha scritto il Ministro per l’ambiente Sergio Costa in un comunicato – “gli orsi non si uccidono! Il tema dell’abbattimento degli animali è molto complesso e va analizzato in un modo molto ampio e scientifico. Il Presidente della Provincia autonoma di Trento ieri ha firmato un’ordinanza di abbattimento di un orso (o orsa, ancora non si sa) accusato di aver aggredito due persone. Mettiamo il caso che fosse un’orsa, impaurita per i suoi cuccioli. Quale mamma non reagirebbe per proteggerli?”

I cacciatori sono andati in una zona popolata da orsi senza guida

La risposta del Ministro è riferita al brutto incidente che ha coinvolto padre e figlio cacciatori nella serata di lunedì sui monti in località Verdè quando l’orso ha gettato a terra il figlio e morso il padre 58enne. Dopo il ricovero in ospedale del cacciatore dimesso già il giorno dopo, il presidente della regione Trentino Maurizio Fugatti ha subito firmato un’ordinanza per l’abbattimento dell’orso di Fontana Maora. Va precisato che i due appassionati di caccia, evidentemente senza armi in quel momento, si sono recati sul luogo a 1.500 metri di altitudine in una zona di ripopolamento degli orsi senza una guida. Cosa ci facevano lì da soli?

Costa precisa la sua posizione – “Consapevole della autonomia della provincia di Trento, sto comunque seguendo la vicenda con gli esperti del ministero per evitare in tutti i modi l’uccisione dell’animale, una strada che, come ribadisco, non condivido. Nessuno deve rischiare la vita nei parchi, nè gli animali che li popolano nè gli esseri umani che li vivono. Chiaramente stiamo valutando se ci sono gli estremi per impugnare questa ordinanza ma nel frattempo ho scritto una lettera al Presidente dove esprimo la mia contrarietà all’ordinanza e propongo piuttosto di lavorare insieme per un piano di gestione per far vivere in un modo armonico esseri umani e grandi carnivori senza mai arrivare all’uccisione. Farò tutto ciò che è nella mia penna per salvare l’orso e tutti gli animali.”

Life Ursus, per gli etologi è illegale intascare i fondi per poi abbattere gli orsi

Già ai tempi dell’orsa Daniza uccisa con una sovradose di tranquillanti, l’etologo Roberto Marchesini, considerò i fondi acquisiti dalla regione Trentino per la ripopolazione degli orsi una ruberia. “Quella che manca è la cultura con cui si gestisce un territorio dove non viene fatta educazione alla convivenza, non si fa monitoraggio, non si danno informazioni adeguate alla popolazione, non si fa educazione nelle scuole”– ha detto Marchesini.

L’orsa Daniza venne uccisa nel 2014 con una sovradose di sonnifero

“Sia chiaro, se si prendono dei fondi per attuare progetti come quello Life Ursus, ci sono anche responsabilità e doveri” – ha precisato l’etologo.  “Quello che sta succedendo in Trentino, purtroppo, ha tutte le sembianze di una logica furbesca, di rapina, d’improvvisazione da parte di chi ha intascato dei soldi ma non si è mai assunto le adeguate responsabilità. Chi oggi afferma di voler abbattere l’orso, come a suo tempo è stato per Daniza, sta facendo un’operazione capziosa, furbesca, un’operazione che non è in linea con il progetto stesso. A questo punto, l’amministrazione dovrebbe avere il buon gusto di restituire i fondi europei considerato il fatto che il progetto è stato un fallimento.”

Nel frattempo in rete è già stata lanciata una petizione che ha già raccolto quasi 5.000 firme per cercare di fermare l’uccisione del povero orso, colpevole di vivere nel suo territorio. Vi invitiamo tutti a firmare.

 

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