“Anticipare un progetto può voler dire solo una cosa, – così il presidente di Animalisti Onlus Alessandro Mosso – Tamietto ha paura che si scoprano gli altarini dei suoi test e che debba rinunciare a 2 milioni di euro che terrebbero in vita la sua traballante esistenza di ricercatore.”
A Mosso, promotore dell’evento che radunerà una folla di italiani a Parma per fermare la data della terribile e annunciata sperimentazione sui macachi, si uniranno tutte le associazioni di Italia.
“Tamietto non riuscirà a salvare i suoi test e intascare i 2 milioni di euro NOSTRI !!
Il 14 settembre INVADEREMO Parma e poi vedremo se il Tamietto riuscirà ad arginare la determinazione di oltre 340mila italiani” – scrive indignato il portavoce dell’associazione su Facebook.
LAV chiede di fermare la richiesta del ricercatore
Proteste arrivano anche dalla LAV che in un comunicato scrive: nonostante quanto previsto dal protocollo relativo all’autorizzazione del progetto dell’Università di Torino, abbiamo appreso che il professor Tamietto avrebbe chiesto al Rettore, Gianmaria Ajani, di anticipare all’inizio di settembre l’intervento invasivo sul cervello dei primati, previsto originariamente tra alcuni mesi, presso l’Università di Parma.
Secondo LAV, l’anticipo dei tempi da parte del ricercatore, non è altro che un tentativo di bypassare le approvazioni del Ministero della Salute prima che questi possa fare una concreta valutazione scientifica basata sull’analisi dei documenti.
Il rischio di una bocciatura del tipo di sperimentazione è infatti notevole. Numerosi ricercatori, hanno pubblicamente sottolineato la debolezza del protocollo e la non applicabilità all’uomo dei risultati.
“L’ennesima prova di come questo esperimento non si fondi su serie e concrete basi scientifiche, che prevedono comunque tempi e passaggi determinati, comunicati da anni anche agli enti internazionali che li hanno finanziati, ma su esigenze diverse che possono cambiare in base alle contingenze scavalcando, oltretutto, quanto approvato dagli organi competenti” -precisa l’associazione.
“Auspichiamo che il Rettore in carica non intenda permettere questa violazione del Protocollo fin qui autorizzato, che prevede delle precise tempistiche, non modificabili improvvisamente, come avverrebbe in questo caso. Abbiamo quindi scritto al Ministro della Salute Grillo, e ai Rettori delle Università di Torino e Parma perché svolgano accertamenti“ – ha concluso LAV.
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