Lucca, cacciatore invitato ad andarsene da terreno di proprietà spara alla gola di un uomo

Carabinieri sul luogo degli spari
Carabinieri sul luogo degli spari
Carabinieri sul luogo degli spari

Lucca – Ha sparato tre colpi di fucile verso padre e figlio il cacciatore ora ricercato sui monti di Coreglia Antelminelli.

Gianfranco Barsi, operaio di 49 anni, è caduto a terra in una pozza di sangue davanti agli occhi del figlio Riccardo, studente 19enne.

Il ragazzo è ancora sconvolto dalla scena orrenda che ha visto protagonisti lui e suo padre presi a fucilate da un cacciatore.

Il cacciatore, stante al racconto del ragazzo, ha premuto il grilletto del fucile contro il padre, soltanto perché lo aveva invitato ad andarsene dalla loro proprietà, poi non contento, ha fatto fuoco anche contro di lui, ma si è salvato correndo in una fuga tra gli ulivi.

Ora Riccardo è con tutta la famiglia accanto al padre, ricoverato in gravissime condizioni nel reparto di rianimazione dell’ospedale Cisanello di Pisa, dove lo ha condotto l’elisoccorso.

Una scena da film dell’orrore quella che si è consumata ieri mattina in un oliveto ad un chilometro e mezzo circa dal paese di Vitiana, paese di poche case inerpicate sui monti dove la gente non ha mai visto cose simili e dove tutti adesso hanno paura: “Se c’è un killer nascosto in questi boschi, lo stanino in fretta perché quell’uomo ha agito con l’intento di uccidere”, ha detto una donna del luogo.

I fatti:

Il padre, che lavora come operaio in cartiera,  aveva chiesto al figlio di accompagnarlo nel terreno di proprietà per tagliare l’erba e iniziare la raccolta delle olive.

All’improvviso si avvicina un cacciatore che ignora il cartello di proprietà privata. Gianfranco lo invita ad andarsene, spiegando che quella è proprietà privata. Il cacciatore, per tutta risposta, senza esitare punta il fucile e spara il primo colpo contro Gianfranco con un fucile a pallettoni grossi, usato solitamente per la caccia al cinghiale e lo sparo è a distanza di qualche metro.

Lo colpisce alla gola, atterrandolo all’istante.

Poi punta il fucile verso il ragazzo che riesce a salvarsi correndo all’impazzata tra gli ulivi fino a raggiungere la casa più vicina. “Mio padre, hanno sparato a mio padre”, grida il 19enne al primo uomo che trova.

In pochi minuti la gente accorre sul luogo e trova Gianfranco disteso a terra in una pozza di sangue.

“Mi hanno sparato”, è riuscito a dire Gianfranco con un filo di voce, poi ha chiuso gli occhi.

L’uomo è stato trasportato con l’elisoccorso all’ospedale Cisanello di Pisa. Dopo un intervento chirurgico è stato ricoverato nel reparto di rianimazione: le sue condizioni sono molto gravi.

“E’ stato terribile vederlo così” – racconta il figlio Riccardo, che per primo ha soccorso l’operaio – “alla gola aveva un foro, largo come una pallina da ping pong.”

I carabinieri che sono sulle tracce del cacciatore, hanno già formato una bozza di identikit: 50 anni circa, capelli brizzolati, forse fuggito a bordo di una jeep nera, come hanno segnalato alcuni abitanti del posto ai carabinieri.

Sono scattati i posti di blocco su tutto il territorio, ma per ora del cacciatore vigliacco, non vi è nessuna traccia.

Aggiornamento articolo del 09/11/2015

Si è costituito il cacciatore che ha sparato a padre e figlio.

Si tratta di un uomo di 58 anni di Ghivizzano, Marco Zappelli: dopo poco più di 24 ore dagli spari nell’oliveto della famiglia Barsi ad un chilometro e mezzo da Vitiana, si è presentato volontariamente  domenica pomeriggio 8 novembre, alla caserma dei carabinieri di Coreglia per costituirsi. Dopo l’interrogatorio, il sostituto procuratore Antonio Mariotti, titolare delle indagini, ha arrestato l’uomo con l’accusa di tentato omicidio.

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