Liberati dallo zoo pakistano gli ultimi due animali rimasti: si tratta di orsi sofferenti

Lo zoo pakistano che un tempo ospitava "l'elefante più solitario del mondo" Kaavan ora è chiuso per sempre e gli ultimi animali sono stati portati in vari rifugi all'estero.

Lo zoo Marghazar, nella capitale Islamabad, ha chiuso i battenti mercoledì dopo la partenza di Bubloo e Suzie, due orsi bruni himalayani che sono stati tenuti in cattività lì per 13 anni. La coppia, entrambi di 17 anni, viaggerà ora per 11 ore diretta verso un rifugio in Giordania.

E’ l’ultima liberazione dopo quella di Kaavan, un elefante di 35 anni dello stesso zoo, portato in Cambogia a seguito di una campagna di liberazione portata avanti dalla cantante Cher e condotta dall’organizzazione benefica Four Paws.

“Lo zoo di Islamabad ora è completamente chiuso sia per il pubblico che per i funzionari”, – ha detto all’Afp Saleem Shaikh, portavoce del ministero pakistano per il cambiamento climatico. “Entrambi gli orsi voleranno in un santuario in Giordania.”

Lo zoo di Islamabad è stato fondato nel 1978 su 10 ettari di terreno per ospitare specie autoctone. Ma presto si espanse in un’attrazione turistica, accogliendo animali dall’estero che venivano spesso portati in dono.

Kaavan fu donato allo zoo come regalo dall’allora leader dello Sri Lanka nel 1985 per concordare nuovi legami economici con il Pakistan.

Gli orsi Bubloo e Suzie, finirono allo zoo nel 2007, all’età di quattro anni, dopo essere stati portati in natura come cuccioli e allevati come orsi ballerini. Gli orsi hanno subito anni di maltrattamenti e sono stati strappati i denti per impedire loro di attaccare i loro addestratori mentre erano allo zoo.

Secondo il quotidiano pakistano Dawn, negli ultimi anni erano state sollevate preoccupazioni per il loro benessere, dopo che Suzie si era presa un’infezione a seguito di un’operazione per rimuovere un tumore. L’infezione l’ha lasciata con una grande ferita al petto che i chirurghi in Pakistan non sono stati in grado di chiudere.

Alla fine dei chirurghi arrivati dall’estero riuscirono a chiudere la ferita dopo che Suzie aveva trascorso mesi e mesi con un dolore atroce e costante. 

Il dottor Amir Khalil, di Four Paws che ha curato gli orsi, ha detto che anche Suzie soffre di malnutrizione poiché non ha denti, il che le rende difficile mangiare. Nemmeno Bubloo sta bene: ha un ascesso in bocca che lo sta rendendo aggressivo, ha detto il dottor Khalil, cosa insolita per gli orsi himalayani.

Entrambi gli animali manifestano comportamenti stereotipati che indicano anni di maltrattamenti, incluso il dondolarsi avanti e indietro. Un’indicazione di stress e noia per aver vissuto in un ambiente angusto.

Khalil ha visitato per la prima volta lo zoo nel 2016, descrivendo le condizioni dell’epoca come “povere”. Ha aggiunto che erano state fatte una serie di raccomandazioni ma sono sempre state ignorate.

500 animali scritti nel registro, sono spariti per sempre dallo zoo

Secondo i registri, lo zoo una volta conteneva 960 animali, ma 500 sono scomparsi. “Nessuno sa dove siano finiti quei 500 animali”, – ha detto Khalil aggiungendo che gli altri rimasti erano in condizioni di trascuratezza.

I giudici in Pakistan alla fine hanno stabilito che gli animali rimanenti dovevano essere portati all’estero in quanto dove si trovavano non potevano essere adeguatamente curati.  

Due leoni sono morti durante il loro trasferimento quando i guardiani dello zoo hanno tentato di farli uscire dal recinto incendiando mucchi di fieno. Anche uno struzzo è morto durante il trasloco. Le autorità ora pianificano di trasformare lo zoo in un centro di conservazione della fauna selvatica.

Con una misera legislazione sulla salvaguardia del benessere degli animali, gli zoo di tutto il Pakistan sono noti per le loro cattive condizioni. Nel 2018, circa 30 animali sono morti entro pochi mesi dall’apertura di un nuovo zoo nella città nord-occidentale di Peshawar, inclusi tre cuccioli di leopardo delle nevi.

Equipe effettua esami di controllo su uno dei due orsi prima del suo trasferimento in un rifugio della Giordania.

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