Sono tantissime le balene al largo della costa della California che sono rimaste aggrovigliate, ferite e poi uccise dalle trappole per la cattura di molluschi e granchi.
Questo fatto accade perché le migliaia di trappole calate nell’oceano sono collegate alle boe di superficie da spesse corde. Le balene in migrazione rimangono impigliate in quelle corde, che stringono le pinne, la bocca o la coda. Finisce che si trascinano queste pesanti trappole, che causano prima ferite e poi morte per annegamento.
Prima del 2014, i grovigli di corde in cui si ritrovavano impigliate le balene erano in media inferiori a 10 all’anno. Ma nel 2014, le autorità federali hanno segnalato 30 balene intrappolate che sono diventate 62 nel 2015 e 71 nel 2016.
Dal 2015 al 2020, più di 280 balene sono state segnalate impigliate al largo della costa occidentale degli Stati Uniti, per lo più al largo della California. E queste sono solo i dati ufficiali ma gli scienziati dicono che sono solo una piccola parte e che le balene impigliate nelle Nasse sono molte di più.
Non sono solo le balene a soffrire. Anche le tartarughe marine liuto del Pacifico, in pericolo di estinzione, sono state trovate impigliate negli strumenti da pesca della California.
Alcune aziende hanno sviluppato nuove trappole senza corde, note anche come attrezzature “pop-up” o “on-demand”, che non rimangono statiche in acqua per giorni e giorni. Quando i pescatori vengono a recuperare queste trappole quantomeno più tecnologiche, le fanno risalire in superficie utilizzando una sacca di sollevamento che si aziona da un telecomando.
Le nuove regole della California sono complesse e si basano principalmente sui periodi di chiusura della pesca. Secondo gli ambientalisti, non fanno abbastanza per promuovere la conversione ad attrezzature senza corde, l’unico modo per eliminare veramente la minaccia di intrappolamento degli animali del mare, destinati a patire prima della morte.
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