La tigre Oz, rinchiusa allo zoo di Hamilton, non sarà abbattuta. Ha agito secondo il suo istinto.
“Il suo comportamento è in linea con i suoi istinti naturali”.
Questa la motivazione fornita dai dirigenti dello zoo Hamilton di Auckland, Nuova Zelanda, sulla decisione di non sopprimere la tigre Oz che nei giorni scorsi aveva aggredito e ucciso la sua custode.
La vittima è Samantha Kudewah, 43 anni, addetta della struttura con oltre 20 anni di esperienza. “Questa è la nostra decisione – afferma Lance Vervoort, direttore dello zoo – Oz è un’animale importante per la sua specie: è padre di due cuccioli ed è fondamentale per il programma di ripopolamento della sua specie”.
La petizione online “Help Save Oz”, che chiede il salvataggio dell’animale, ha ottenuto in pochi giorni oltre 10mila like. Anche PETA (organizzazione no-profit a sostegno dei diritti animali) si è espressa sulla vicenda dicendosi molto dispiaciuta per la tragedia che ha toccato la famiglia di Samantha Kudewah, ma sottolineando che incidenti di questo genere non sono nuovi e non sono imputabili agli animali.
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