La petroliera incagliata alle Mauritius che ha provocato il disastro ambientale ora si è spezzata in due

Per ripristinare il paradiso terrestre non basteranno dieci anni e alcune zone sono rovinate per sempre.

La nave da carico giapponese che si è arenata alla fine di luglio al largo delle Mauritius si è rotta in due. La maggior parte delle 4.000 tonnellate di olio combustibile e diesel a bordo della nave sono state aspirate la scorsa settimana dopo che i gruppi ambientalisti hanno avvertito di danni potenzialmente irreversibili alle barriere coralline della zona. Tuttavia, almeno 1.000 tonnellate di petrolio si sono riversate nell’Oceano Indiano, mettendo in pericolo i coralli e la vita marina e provocando quello che alcuni ecologisti chiamano il peggior disastro ecologico nella storia della nazione insulare.

I funzionari delle Mauritius avevano avvertito che la nave Wakashio, avrebbe potuto dividersi in due. La rottura di sabato ha causato la fuoriuscita di parte dell’olio residuo nell’oceano, ma secondo i funzionari, da giovedì sulla nave sono rimasti 150 metri cubi di olio idraulico e di lubrificante.

Il prossimo tentativo sarà quello di rimorchiare la parte anteriore della nave per portarla al largo nel mare, dove intendono affondarla. Ci sono anche 30 metri cubi di olio combustibile nella sala macchine, ma il continuo maltempo rende difficile la rimozione,” -hanno detto i funzionari.

I volontari hanno usato ogni sorta di barriera per raccogliere la melma nera

Gli equipaggi hanno isolato il vicino Blue Bay Marine Park, installato tre strati di dighe galleggianti nella laguna e posizionato diversi chilometri di dighe diversive per proteggere ulteriormente l’area dalla contaminazione da petrolio. Le autorità indiane hanno inviato 28 tonnellate di materiale, tra cui dighe fluviali, chiatte e filtri galleggianti, per aiutare a mitigare i danni ambientali.

Secondo il quotidiano locale Le Mauricien, i funzionari hanno dichiarato di aver raccolto da domenica ad oggi, 841 tonnellate di rifiuti di petrolio liquido e 419 tonnellate di fanghi di rifiuti solidi e detriti contaminati.

Gli scienziati hanno avvertito che il danno potrebbe influenzare l’ecosistema locale anche per 10 anni. “Questa fuoriuscita di petrolio si è verificata in una delle, se non la più sensibile, aree delle Mauritius”,– ha detto a Reuters l’oceanografo Vassen Kauppaymuthoo. “Stiamo parlando di decenni prima di recuperare questo danno, e alcune di queste zone potrebbero non riprendersi mai”.

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