La loro prigione si è trasformata in un forno che li costringeva in capannoni senza aria e senza luce. Così migliaia di polli giovedì sono morti soffocati dal caldo torrido nella fattoria di Moy Park a Newton, nel Lincolnshire, dopo che si sono toccate le temperature più alte mai registrate da sempre con punte che hanno toccato i 38,7 ° C.
I lavoratori hanno rimosso i polli morti creando delle pile di animali come se fossero spazzatura, semplice scarto di una catena della morte.
Paradossale il fatto che la Moy Park si definisca “Azienda alimentare europea di prima scelta” e nel mese di settembre è stata anche insignita della massima certificazione di gestione ambientale.
I braccianti del pollame del Lincolnshire hanno fatto “pulizia”. I lavoratori hanno caricato i polli morti nelle carriole che poi mano a hanno svuotato all’esterno dei capannoni. Vite buttate via senza rispetto delle più elementari norme del benessere animale.
L’attivista per i diritti degli animali Mike Bushby ha scritto online: “Queste galline (migliaia di loro) sono morte durante l’ondata di caldo di giovedì. Riuscite ad immaginare quanto hanno sofferto?
Un portavoce di Moy Park ha dichiarato: “Le recenti alte temperature sono state molto impegnative per chi come noi lavora nel settore agricolo e avicolo. Stiamo lavorando a stretto contatto con i nostri partner agricoli per monitorare la situazione e abbiamo implementato procedure per aiutare a proteggere i nostri volatili dal caldo estremo”.
Ma di che procedure si tratti e il perché non siano state adottate prima, il signor Park non lo ha spiegato. E’ molto probabile che cercasse il modo di trarre guadagno senza costi aggiuntivi per il raffreddamento dei locali. Una decisione che è costata migliaia di vite, morte in un modo atroce e soprattutto senza nessun fine se non quello di essere trasformate in vite da scartare.
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