La Conferenza delle Parti sul Clima (COP30), che si terrà a Belém, Brasile, nel novembre di quest’anno, è già al centro di polemiche per una decisione paradossale: la costruzione di una nuova autostrada a quattro corsie che richiede l’abbattimento di ettari di foresta amazzonica. L’obiettivo dichiarato è facilitare l’accesso dei partecipanti alla conferenza, ma il prezzo da pagare sembra essere la stessa natura che il summit dovrebbe proteggere.
Un’Infrastruttura Controversa
La costruzione dell’autostrada, lunga 13 km, è parte di un vasto piano di sviluppo che include il raddoppio della capacità dell’aeroporto di Belém e la costruzione di nuove strutture per ospitare i delegati. Tuttavia, il disboscamento necessario ha scatenato proteste da parte di ambientalisti, scienziati e comunità locali.
Il governo brasiliano difende l’opera, sostenendo che rientra in un piano più ampio per migliorare le infrastrutture della regione e che sarà un’eredità positiva dopo il summit. Inoltre, sono stati previsti attraversamenti per la fauna selvatica e un’illuminazione basata su fonti rinnovabili per minimizzare l’impatto ambientale.
Un Messaggio Contraddittorio
La scelta di disboscare la foresta per ospitare una conferenza sul clima evidenzia un’incongruenza nelle politiche ambientali del Brasile. Il presidente Lula aveva promesso un nuovo impegno per la salvaguardia dell’Amazzonia, ma la costruzione di infrastrutture invasive sembra tradire questa visione. Inoltre, il Brasile è recentemente entrato nell’OPEC, alimentando dubbi sulla sua reale volontà di abbandonare i combustibili fossili.
Belém, la città ospitante, affronta anche gravi problemi ambientali e sociali, tra cui l’inquinamento delle acque e la povertà diffusa. La corsa alle nuove infrastrutture ha già fatto lievitare i prezzi degli alloggi, rendendo difficile l’organizzazione logistica dell’evento.
La Sfida del Brasile
COP30 dovrebbe essere un momento cruciale per il futuro della lotta ai cambiamenti climatici, ma il Brasile si trova di fronte a una doppia sfida: dimostrare che la transizione ecologica è possibile e farlo senza compromettere l’integrità dell’Amazzonia. La comunità internazionale guarda con attenzione, mentre il tempo stringe e le contraddizioni aumentano. E’ mai possibile che non si possa conciliare progresso e sostenibilità senza sacrificare il “polmone del pianeta”?
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