Hai mangiato salmone? Ecco cosa contiene

 C’è un motivo per cui quei radianti, filetti di salmone rosa e succosi che vediamo al supermercato appaiono insolitamente appetitosi anche se non hanno nulla di naturale

salmone-tinto

Il salmone di allevamento è in realtà tinto artificialmente per dare l’illusione che sia più sano e più nutriente di quello che invece non è.
Il 95 per cento del salmone dell’Atlantico in vendita nei negozi, è di allevamento, e la stragrande maggioranza di questo salmone d’allevamento è artificialmente tinto.
Nel 2013, la Norvegia ha ottenuto il consenso dell’Unione Europea per aumentare le quantità del pesticida Endosulfano nei mangimi.

Il gigante farmaceutico Hoffmann-La Roche è uno dei principali produttori di coloranti rosa specificamente utilizzati in salmone d’allevamento, noto anche come salmone trasformato, si trasforma infatti, in carne di salmone più rosa.
Il colore ingannevole rosa che si trova nel salmone d’allevamento non è altro che un prodotto chimico sintetico di colore conosciuto come “Carophyll”.

La multinazionale Hoffman-La Roche, ha una tabella di colore salmone conosciuta come “SalmoFan”.

Una sorta di gradienti che permette agli allevatori di salmone di scegliere la tonalità di rosa che vogliono aggiungere al loro salmone, nello stesso modo in cui si potrebbe scegliere un colore o una vernice da parete con le tessere, presso il negozio di ferramenta.

Nei recinti degli allevamenti intensivi, inoltre, i salmoni vivono in acque reflue non trattate, dove vengono scaricati i mangimi.

Qui, si possono trovare residui tossici, azoto, fosforo, rame e zinco, per non parlare delle malattie e dei parassiti che finiscono direttamente nelle acque costiere di tutto il mondo.

600.000 salmoni che nuotano in una zuppa di muco ed escrementi alimentano le mutazioni di agenti patogeni che si diffondono dall’Atlantico fino al nostro supermercatino sotto casa.
Secondo il World Wildlife Fund della Scozia, gli allevamenti di salmone producono rifiuti di azoto pari ad una popolazione umana di oltre nove milioni di persone.
Anche gli addetti del settore ammettono che un allevamento di 200.000 pesci produce azoto pari a 20.000 esseri umani, fosforo pari a 25.000 esseri umani, e materia fecale equivalente a una città di 65.000 persone.

L’inquinamento da nutrienti

Le acque reflue e altri rifiuti di allevamento del salmone, causano un danno ambientale di vasta portata:

• sono fonte di contaminazione del fondale marino e delle sue specie di molluschi,
• contribuiscono alla resistenza agli antibiotici per frutti di mare e pesce selvatico
• causano eutrofizzazione il che fa scattare fioriture continue di alghe tossiche.
L’accumulo di acque reflue sul fondo del mare sotto e intorno gli allevamenti di salmone danneggia direttamente la biodiversità marina.

Foche, uccelli e leoni di mare spesso rimangono intrappolati nelle reti che delimitano gli allevamenti
Ma l’alternativa al salmone selvatico è possibile?
No, i salmoni selvatici sono ben lontani dal ripopolamento: quello Atlantico è addirittura in estinzione, mentre quello del Pacifico è in grave calo.
Al mangime del salmone inoltre, è consentito aggiungere i sottoprodotti di origine animale: pollo e suini.
Nel tentativo di controllare l’encefalopatia spongiforme bovina (BSE) i mangimi da ruminanti rimangono banditi.
Ah ecco, allora possiamo stare tranquilli!

salmone

fonti articolo:

http://goo.gl/UiiQSN

http://goo.gl/dIlMJG

http://www.puresalmon.org/pdfs/waste.pdf

http://www.rendermagazine.com/articles/2013-issues/april-2013/eu-clears-use/

http://goo.gl/tFBNzL

Slowfood.it

 

 

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