Anche se la produzione del foie gras o fegato grasso, in Italia è vietato, il nostro paese ne importa ben 33 tonnellate all’anno.
Ne ha parlato ieri sera Sabrina Giannini su RAI TRE all’interno della rubrica Indovina Chi viene a cena.
Il foiè viene estratto dalla carcassa dell’anatra dopo che è stata fatta morire con una malattia provocata forzatamente, a suon di farla ingoiare mangime, la lipidosi epatica. L’oca mangia per due volte al giorno una quantità sproporzionata rispetto al suo peso fino a che il suo fegato non raggiunge un peso che può superare i 400 grammi.
Questo metodo forzato e crudele prende il nome di “gavage” ed è il meccanismo che poi porta ad ottenere il patè d’oca. L’Italia però si vanta di non produrlo ma ne importa una quantità industriale. Come dire, lo sfruttamento è indiretto e quindo non conclamato, passa inosservato ma anche noi siamo i mandanti di tali atrocità.

E’ di ben 33 tonnellate, la quantità di foie gras che gli italiani portano nei loro piatti in Italia. Ne ha parlato Sabrina Giannini nella video inchiesta su Michelin con i suoi consumatori di Foie Gras. all’interno di Indovina Chi Viene a Cena su RAI tre.
Gli allevamenti sono nascosti e vengono eretti alte recinzioni affinchè non si debbano vedere le torture che gli animali sono costretti a subire.
I franceschi hanno una deroga al regolamento inventandosi la scusa che il patè rappresenta un patrimonio gastronomico da preservare. L’Italia ne importa tantissimo e non produrlo ma importarlo non salva di sicuro le oche dalla lipodosi epatica e dal finire nel finire nel tritacarne ancora viva. Il foie gras è uno sfizio di cui si può fare a meno ma nonostante le atrocità che si celano dietro la sua produzione alimenta ancora i mercati mondiali dell’importazione gastronomica, Italia compresa.
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