Notizie Famiglia di cani murati vivi: è morta Stella, la madre, dopo pochi giorni dal salvataggio Lav farà scattare una serie di denunce dopo la morte di Stella, uno dei cani murati vivi. di Non Solo Animali - 8 Dicembre 2019 Verona – E’ stata sottoposta all’eutanasia la mamma dei tre cuccioli murati vivi in un casolare diroccato a Cason di Lugo di Grezzana. Soffriva troppo e per questo i medici hanno deciso di liberarla dal troppo dolore. I cani erano stati trovati senza cibo né acqua, al freddo, da almeno 15 giorni. Come riportato dal Corriere, Stella, la madre dei cuccioli, era stata alimentata via flebo e tenuta al caldo. Ma ci si è dovuti arrendere all’idea che fosse tutto inutile e che per la mamma fosse meglio lasciare i cuccioli e il presunto padre. La storia è di quelle che mettono i brividi. Protagonisti una bestia. E cinque cani. Dove la bestia è umana. E la sofferenza è animale. Un casolare diventato lager, all’insaputa dei proprietari. Un senza fissa dimora che quei cani li voleva far morire e che si è trasferito, prendendosene un altro. Come si butta e si prende il ciarpame. Stella ha smesso di soffrire È stata tenuta sedata perché non sentisse dolore e non avesse quelle crisi convulsive che la sconquassavano quando i volontari della Lav l’hanno trovata l’altro giorno, senza cibo e costretta a bere solo acqua piovana. Lei, ora morta, i suoi tre piccoli meticci e quello che è probabilmente il padre sono al canile sanitario dell’Usl9. «I cuccioli – spiega il Dottor Flavio Sbardellati che dirige la struttura – hanno all’incirca 7 mesi, stanno relativamente bene, a parte la magrezza e la sporcizia. Lo stesso vale per il maschio adulto. La mamma… Mai visto un caso d’abbandono come questo». Ci hanno provato i volontari del canile a tenere a bada le crisi della madre: «Il sospetto è che siano state causate da un trauma cervicale. Forse qualche pezzo di muro che le è caduto addosso». I tre cuccioli scheletrici, sono stati trovati sopra di lei, come se la volessero riscaldare. Li ha salvati una catena telefonica, partita da un pastore che li ha intravisti tra le assi, la rete termosaldata e i bancali con cui era stato murato l’ingresso del casolare. Sepolti vivi, in un luogo isolato dove neanche l’abbaiare o il latrare trova una eco. A creare quella tomba vista cielo, il loro padrone. Un clochard della zona, che si è spostato a vivere a qualche chilometro. Gli altri sei cuccioli sono stati adottati. E lui in paese a chi gli chiedeva se aveva bisogno di qualcosa per quei 6 cani che ancora aveva, rispondeva che li aveva dati via. Tutti, tranne quello con cui gira ancora oggi. Scatterà una girandola di denunce «In tanti anni di assistenza ad animali maltrattati non ho mai visto una cosa del genere», commenta Lorenza Zanaboni responsabile di Lav Verona. È stata lei la prima ad arrivare in quel casolare. A portare al sole e ad avvolgere in due coperte termiche che aveva in auto la femmina. Adesso partirà una girandola di denunce. «Al servizio veterinario dell’Usl, ai carabinieri forestali, al sindaco di Grezzana e alla polizia locale», -spiega Lorenza. I reati ipotizzati vanno dal sequestro al maltrattamento aggravato di animali per farli morire. Al primo cittadino verrà chiesto di firmare un’ordinanza per il divieto di detenzione di animali a carico del senzatetto. «Quell’uomo è pericoloso. E sta girando con un altro cane». Ma soprattutto, è il legittimo proprietario del maschio trovato nel casolare, regolarmente microchippato. E il rischio è che gli possa essere restituito. E intanto la Lav si muove anche su un altro fronte. Quello dei negozi che vendono animali. Nel mirino di un boicottaggio sui social «L’altro mondo di Quark», il negozio che si trova al centro commerciale Porte dell’Adige, alla Ferlina. Lì gli animali in vendita, vengono messi in esposizione dentro a gabbie che, per quanto regolamentari, non sono per gli animalisti spazi adeguati. E in questi giorni alcuni esemplari sono addirittura venduti in «saldo». È un braccio di ferro che va avanti da anni, quello con il negozio della Ferlina. Ma questa volta la Lav chiama in causa il centro commerciale. «I primi a rimetterci ad avere un negozio del genere sono loro, se ne liberino».
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