Oramai siamo tutti “vittime” della tecnologia ed anche solo respirare senza uno smartphone equivale a dissociarsi.
Ma cosa si nasconde dietro alla produzione di questi oggetti ormai considerati a noi tanto “inseparabili“?
In questo articolo verranno analizzati brevemente 2 temi fondamentali, quali: Le miniere di Coltan e lo Sfruttamento dei lavoratori nelle fabbriche KYE Systems e FOXCONN, per poi suggerire una alternativa esistente nel mondo del mercato.
1) Che cos’è il Coltan?
Il Coltan è un minerale molto resistente ed è la combinazione tra Columbite e Tantalite (da qui il nome Col-Tan).
Da questi due minerali si possono ottenere due metalli: il Columbio, utilizzato in leghe speciali ad alta resistenza, come tubi per oleodotti o in materiale aerospaziale, ed il Tantalio, considerato un superconduttore di energia elettrica ed utilizzato in apparecchi elettronici.
Come si lega il problema della guerra a questo minerale?
Pochi ne sono a conoscenza, ma il Coltan è la causa principale della guerra che dal 1998 ha ucciso circa 5 milioni di persone in Congo ed è, oggi, un metallo considerato più prezioso dei diamanti.
L’80 % del Coltan in circolazione si trova in Congo e le multinazionali sfruttano queste miniere e gli abitanti poveri, pagandoli, secondo quanto riporta un Rapporto del Global Witness del luglio 2009, appena 200 Franchi congolesi (0,18 euro) per ogni kg di Coltan estratto (nei casi in cui vengono impiegati bambini, la paga cala a circa un pasto e 0,09 euro al giorno)
Sul mercato il prezzo attuale del Coltan varia tra i 400 ed i 600 dollari al kg, il che scatena una vera e propria corsa alle miniere da parte dei guerriglieri che se ne vorrebbero impadronire.
Il Coltan contiene una parte di uranio, quindi è radioattivo, e provoca tumori e impotenza sessuale e nonostante ciò viene estratto dai minatori a mani nude.
Oltre ad essere a rischio di salute, i lavoratori sono spesso vittime di attacchi da parte dei guerriglieri del RDC (Raggruppamento Congolese per la Democrazia) che si divertono a terrorizzarli, spesso uccidendoli nelle miniere.
I soldi che le multinazionali spendono per estrarre il Coltan, come sempre, non servono per sfamare la popolazione, costruire scuole o ospedali, tutt’altro, servono a finanziare la guerra, comprare Armi e dar da mangiare ai soldati.
I principali fautori di questo sfruttamento e genocidio sono Nokia, Eriksson e Sony, in secondo luogo, poi, esiste un mercato nero del Coltan che viene rubato dai guerriglieri e poi rivenduto attraverso altri mediatori ugandesi, rwuandesi, e spesso europei ed americani.
Per nutrire i minatori, i cacciatori stanno sterminando la fauna selvatica dei parchi nazionali della zona, in particolare, secondo una denuncia del WWF, la fauna del Parco nazionale di Kahuzi-Biega e della riserva naturale di Okapi, animale a rischio di estinzione a causa dell’estrazione di questo minerale.
Per raccontare lo sfruttamento del lavoro minorile nella produzione dei cellulari, nel 2010 è stato girato il documentario ” Blood in the Mobile “, diretto dal regista danese Frank Piasecki Poulsen.
Nel testimoniare questo problema, che ha ormai assunto dimensioni internazionali, si pone l’attenzione sui bambini che lavorano fino a 72 ore consecutive nelle miniere di Bisie, in Congo, per estrarre il Coltan, perché, grazie alle loro piccole dimensioni, si calano nelle strettissime buche scavate nel terreno per estrarre le grosse pietre che, una volta frantumate, daranno il prezioso minerale
Spesso vengono rapiti dai gestori delle miniere e trasformati in schiavi, in altri casi vengono venduti dalle loro stesse famiglie per pochi dollari, con il medesimo risultato finale.
Continua ad essere slittata, di anno in anno, l’approvazione di un protocollo di controllo della provenienza del Coltan ed ovviamente, come sempre, la causa di questo procrastinare è da attribuire alle Multinazionali che comprano questo minerale, scegliendo luoghi dove avviene sfruttamento e morte, per risparmiare qualche euro al kg.
2) I Colossi KYE Systems (Microsoft) e FOXCONN
KYE Systems è una azienda che produce periferiche per conto di Microsoft (e non solo), FOXCONN, invece, per Apple
Cosa si nasconde dentro le mura di queste fabbriche? Sfruttamento al pari della schiavitù, tanto da spingere i lavoratori al suicidio.
Lo scandalo venne a galla grazie al NLC (National Laboor Committee), che denunciò, dopo 3 anni di investigazioni, l’impiego di alcuni lavoratori trattati “ come prigionieri ” e “ privati di una vita, perché esiste solo il lavoro ”, come affermato da due giovani operai intervistati.
Le fotografie scattate nella fabbrica di Dongguan, mostrano come i lavoratori di KYE Systems (spesso 16enni) crollino con le braccia conserte a dormire sui banchi, distrutti a livello fisico ed emotivo per le troppe ore di lavoro e le poche di sonno.
La paga è di 0,65 dollari all’ora (ma 0,13 dollari sono dovuti ad una mensa imbarazzante) e la giornata lavorativa dura anche 15 ore, per 6 o 7 giorni alla settimana, dato che il giorno di riposo è concesso ogni 14 giorni.
In estate la temperatura supera i 30 gradi nell’impianto ed i dormitori accolgono fino a 14 lavoratori per stanza, il che porta queste persone a non riuscire nemmeno a dormire e ad alimentare la loro condizione di stress psicofisico
La risposta di Microsoft è che saranno fatti rigorosi controlli e che non saranno ammesse violazioni del codice di lavoro, ma oltre a queste tanto belle parole, ovviamente prive di concretezza, c’è da far noto che il problema non sia solo di Microsoft, poiché KYE assembla anche per Acer, Asus, Best Buy, HP, Kesington, Logitech, Samsung, Targus e la vicina Foxconn.
Le condizioni in cui queste vere e proprie vittime del sistema sono costrette a lavorare e vivere, portano molte di loro al suicidio, gettandosi dalle fabbriche, durante il lavoro, oppure dai dormitori.
In risposta a questo scandalo, noto ai telegiornali cinesi e fonte di grandi manifestazioni in nome delle numerose vittime, FOXCONN ha deciso di installare delle reti anti-suicidio sulle sue fabbriche e dormitori, per “ la tutela dei lavoratori ”, afferma l’azienda.
A proposito di ciò, viene in mente l’analogia col pesce rosso che, impazzito per la vita passata dentro all’ampolla, decide finalmente di suicidarsi e saltare fuori, lasciandosi morire soffocato. Molti sono gli umani che, privi di empatia e dunque non capendo questo suo volere, lo “ salvano ”, riponendolo dentro quella prigione per poi, convinti di compiere una buona azione, chiudere il buco con una retina, in modo da impedirgli il salto verso la tanto sognata fine dell’agonia.
Come si è ben capito, della salvaguardia degli esseri viventi, a chi è a capo delle Multinazionali, poco interessa.. L’importante è mantenere un basso profilo e lavorare nell’ombra, in modo da evitare che l’ingranaggio si possa inceppare.
Ed eccoci arrivati alla conclusione: FAIRPHONE
Per chi non volesse rinunciare agli smartphone di ultima generazione, ma nemmeno contribuire allo sfruttamento che sta dietro alla produzione di questi cellulari, una alternativa c’è, o almeno, il meno peggio esistente
questo Smartphone di qualità permette di lanciare un messaggio diretto al mercato dimostrando che si può essere finanziatori di un prodotto unico, per ora, costruito in modo etico, dall’estrazione mineraria senza sfruttamento e conflitti a Salari equi per i lavoratori in tutto il processo produttivo .Il nostro supporto di consumatori consapevoli può fare molto.
ESTRAZIONE
Integrazione di materiali nella catena di fornitura che sostengono le Economie Locali, non milizie armate, iniziando con minerali senza conflitti dalla RDC per stimolare soluzioni alternative.DESIGN
Concentrarsi sulla Longevità e Riparabilità di prolungare la vita utile del telefono e dare agli acquirenti un maggiore controllo sui loro prodotti.
PRODUZIONE
Gli operai di fabbrica meritano Condizioni di Sicurezza, Salari Equi e Rappresentanza dei lavoratori – lavorare a stretto contatto con i produttori che vogliono investire nel benessere dei dipendenti.
CICLO VITALE
Affrontare la Piena Durata di vita dei telefoni cellulari, compreso l’Uso, il Riuso ed il Riciclaggio sicuro.
La Responsabilità non finisce con le vendite.
Nel Sito Ufficiale è Possibile comprare i singoli pezzi dello smartphone in caso di rottura.
Diciamo no all’Obsolescienza Programmata!
Fonti e Documentari – Coltan:
Congo e coltan – il neocolonialismo 1/2
Congo e coltan – il neocolonialismo 2/2
La Terra vista dal cielo – Il Coltan e la guerra civile in Congo
Coltan tra miniere illegali, sfruttamento e violenze
Intervista lavoratrice FOXCONN:
Intervista Shock – Operaia Cinese Foxconn ma non ha mai visto un iPad
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