Per due anni il covid ha salvato i tori di Pamplona e la speranza era che anche quest’estate in cui i contagi sono in rialzo un pò dovunque, gli animali venissero lasciati in pace. Purtroppo l’anacronistica corsa dei tori di San Firmino è ripartita. Ieri i tori sono stati liberati lungo i vicoli storici di Pamplona seguiti da una massa di gente esaltata pronta a rischiare la propria vita in cambio di una manciata di minuti di adrenalina.
Ogni giorno e fino al 14 luglio, si susseguiranno le 8 folli corse che porteranno i tori a Plaza de toros a Pamplona dove andranno a morire. Durante il primo encierro, i feriti finiti in ospedale sono stati cinque ma nessuno è di loro è grave.
Un uomo ha riportato un trauma cranico a seguito di una caduta, un secondo uomo è stato colpito alla gamba dal toro, altri sono stati calpestati e una persona è stata sbalzata in aria dal toro che però ha proseguito la sua corsa mentre un minorenne è stato soccorso con una profonda ferita ad un braccio.
La crudele tradizione proseguirà anche oggi alle ore 12.00 con la seconda corsa, ovviamente si registreranno altri feriti e il rischio è che come nelle edizioni passate, ci scappi il morto. La corsa di San Firmino è una “macchina” che porta soldi a volontà e per questo è difficile da abolire. Di fronte al grande guadagno si chiude un occhio anche sui morti infatti in una sola settimana di festeggiamenti, la città di Pamplona porta denaro per tutto l’anno.
Secondo i dati riportati dall’Unión de Criadores de Toros de Lidia e la Economía del Toro, la città di Pamplona ha guadagnato 740 milioni di euro nell’ultimo decennio grazie alla corsa di San Firmino. Di questa cifra, l’80% è versata dai pamplonasi, ma i soli turisti lasciano una cifra non trascurabile di 45 milioni di euro in sette giorni di festa.
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